venerdì 4 novembre 2016

Libro - Angeli a pezzi di Dan Fante



Bruno Dante ha 40 anni ed è un fallito. alcolizzato, senza lavoro e con una moglie in procinto di chiedere il divorzio, esce dalla clinica in cui è stato ricoverato dopo aver tentato il suicidio per volare a Los Angeles e stare vicino al padre sul letto di morte. Nella città degli Angeli Bruno cercherà di mettere a posto la propria vita e dare un senso alla sua esistenza.
Bruno Dante è l’ennesimo antieroe che la letteratura contemporanea americana ci propone e, francamente, non ne avevamo tanto bisogno, soprattutto perché la Los Angeles d Dan Fante è troppo simile a quella narrata da Bukowski e il suo Henry Chinaski pare riaffiorare anche in questo Angeli a Pezzi.
Ma c’è un però, e meno male. il padre morente di Bruno Dante, tale Jonathan è uno scrittore semi-dimenticato, che in passato ha pubblicato un splendido romanzo, Chiedi al vento. Diventa palese: Jonathan Dante è John Fante, Chiedi al vento è Chiedi alla polvere e Bruno Dante è Dan Fante. Così cambia tutto. Bruno Dante passa da essere una macchietta tenera e semplice, a essere colonna portante del romanzo, il cui spessore si ingigantisce. Angeli a pezzi diventa così un’autobiografia, in cui esplode la rabbia di Dan Fante di portare un cognome così pesante e di sfondare come scrittore (il primo romanzo a 54 anni), la sofferenza per aver vissuto una vita misera, non sentendosi mai all’altezza del padre. Esplode anche il dolore per la perdita, perché Dan (o Bruno, ma è lo stesso) nell’elaborazione del lutto si accorge che un padre non può mai essere odiato, nonostante tutto.

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