giovedì 3 novembre 2016

Film - Rushmore (1998) di Wes Anderson



Max Fischer (Jason Schwartzman) ha 15 anni e frequenta la rinomata Rushmore Academy. Lo scarso profitto che ottiene nello studio è compensato da un’eccezionale creatività che lo porta ad essere coinvolto in prima persona in pressoché tutte le attività extracurriculari, in particolare nella scrittura di opere teatrali. La sua precaria situazione scolastica si complica quando nella sua vita irrompono Herman Blume (Bill Murray), eccentrico industriale milionario, e la signorina Cross (Olivia Williams), maestra di scuola elementare di cui Max s’innamora. È proprio questa cotta ad innescare una serie di cambiamenti nella vita del giovane ragazzo.
Rushmore è il secondo lungometraggio Wes Anderson,  che già da questa pellicola evidenzia i temi e le caratteristiche che esploderanno nei suoi seguenti lavori e che lo proietteranno nel gotha di Hollywood: il conflitto fra adolescenti svegli e capricciosi e adulti immaturi e irresponsabili che si ritroverà ne I Tenenbaum (2001) e in Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012) è un tratto caratteristico già presente in Rushmore. È un mondo delle fiabe quello costruito da Anderson, in cui sono assenti persone cattive e malvagie e ogni attimo è ricoperto da un leggero velo di ironica malinconia e tristezza. Anderson dimostra di essere già regista sapiente e lavora su ogni inquadratura, composta quasi come fosse un dipinto o, più in linea con i tempi che corrono, una foto di Instagram super filtrata, e sfrutta appieno il potere della musica servendosi delle note di John Lennon e Cat Stevens fra gli altri.
Insomma, Rushmore è puro Wes Anderson ante litteram, tappa essenziale per i cultori del regista texano, ma 90 minuti di sbadigli per chi è in cerca di emozioni forti.

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