La gallerista Susan Morrow (Amy
Adams) riceve dall’ex marito Edward (Jake Gyllenhaal) un manoscritto di un
romanzo appena terminato a lei dedicato. S’intitola Animali notturni ed è un violento thriller che fin da subito si
insinua nella vita di Susan. La lettura, infatti, la coinvolge a tal punto da
riconoscere se stessa e il suo burrascoso matrimonio nelle pieghe della trama.
Animali notturni, secondo lungometraggio dello stilista Tom
Ford, è un film che si muove, praticamente dall’inizio, su due binari narrativi
ben distinti; un romanzo all’interno di un film. Come già accaduto in The Words del 2012, le due linee sono separate
ma tutt’altro che parallele, ma anzi destinate all’incontro-scontro ovviamente
nel finale. Tom Ford realizza una dramma a tinte noir, in cui centrale è il
tema del matrimonio, del rapporto di coppia. Oltre che a giocare con i piani
narrativi, il genio di Ford si manifesta nella marcata distanza posta fra i due
protagonisti: Animali notturni
sviscera il rapporto coniugale trattando singolarmente (flashback esclusi)
marito e moglie. Susan è una donna fragile e forse depressa, imprigionata in un
matrimonio con il belloccio Hutton (Armie Hammer); è una donna incapace di
staccarsi da ciò che è stato, di chiudere con la lettura di Animali notturni così come con il suo
passato. È una donna debole, vittima di rimorsi e colpevole di due matrimoni
falliti.
E poi c’è Edward: Edward è l’incarnazione
della vendetta; una vendetta servita tramite un racconto scritto, una sottile
allegoria consegnata e dedicata alla ex moglie, colpevole della fine del
matrimonio. Edward e Susan sono personaggi la cui solitudine si rispecchia
negli ambienti, nelle abitazioni fredde e asettiche (in certi momenti sembra di
essere in Strade perdute di Lynch) e
nelle pianure desolate del Texas, luogo in cui si muovono i protagonisti del
romanzo che ricorda molto la frontiera di McCarthy.
Animali notturni è un film poderoso, un film che si impegna
in una storia a scatole cinesi perfettamente riuscita, non preoccupandosi di
chiamare in causa il mondo dell’arte contemporanea, del design e (visto il
regista, non poteva essere altrimenti) della moda. È sicuramente un film che impegna
lo spettatore per la sua sfarzosità; un’eccessività che però, e qui sta il
merito più grande del film, non ha l’intento di mascherare una possibile mancanza
di contenuti. Anzi, Animali notturni è un film denso, corposo. Un film che
lascia con la pancia piena.
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