1942. Il comandante d’aviazione
franco-canadese Max Vatan (Brad Pitt) è in missione a Casablanca: insieme all’agente
Marianne Beausejour (Marion Cottilard), per l’occasione sua finta moglie, deve
riuscire a farsi invitare a un ricevimento nell’ambasciata tedesca e, una volta
all’interno, uccidere l’ambasciatore. La missione riesce e fra i due sboccia pure
l’amore. Sistematisi a Londra, sposati e con una figlia, la coppia vive
serenamente. Un giorno però Max viene avvisato dai superiori che la moglie è
una spia tedesca. L’uomo, ovviamente scioccato dalla notizia, da quel momento
ha 72 ore di tempo per provare l’innocenza della moglie, altrimenti dovrà
ucciderla.
C’è Robert Zemeckis alla regia di
Allied – Un’ombra nascosta, e la
produzione non poteva scegliere regista più adatto. Zemeckis è un perfezionista
amante della Hollywood classica perennemente alla ricerca della correttezza
formale, e non un iconoclasta impegnato nella distruzione e ricostruzione dei
generi. Con Allied, il regista di Forrest Gump richiama, e non poteva fare
altrimenti, interi decenni di storia del cinema americano. L’ambientazione
marocchina, che ovviamente ricorda il Casablanca
di Michael Curtiz, strizza l’occhio anche a L’uomo
che sapeva troppo di Hitchcock. Sono rimandi evidenti all’epoca d’oro di
Hollywood, un’industria basata sullo star system e sull’importanza del physique du rôle.
Zemeckis riesce a ricreare, grazie alla potenza dei suoi protagonisti, la
stessa tensione dei drammi di sessant’anni fa, e permette allo spettatore,
tramite un sottile gioco fatto di inquadrature, sguardi e costumi, di inserire
Pitt e la Cotillard all’interno di un insieme popolato dai vari Cary Grant,
James, Stewart, Ava Gardner o Lauren Bacall.
Intendiamoci,
Allied non è un capolavoro: mentre Salvate il soldato Ryan
era un colossale war movie,
sostanzialmente perfetto per aderenza alla storia e conformità al genere, il
film di Zemeckis è un buon dramma sentimentale che permette, anche allo
spettatore meno colto, di scovare e apprezzare i rimandi al passato. Allied rimane
avvinghiato alla forza della coppia protagonista e riesce a offrire sequenze di
alto cinema (la scena d’amore durante la tempesta di sabbia è da manuale); Zemeckis,
dimostrando che per lui i tempi migliori non sono ancora passati, nasconde i
buchi di una sceneggiatura, scritta da Steven Knight, incapace di dare il
giusto valore alla spy story che
rimane inesorabilmente sullo sfondo.
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