Grady Tripp insegna letteratura
all’università ed è incastrato nella stesura di un romanzo arrivato a 2600 che
ancora non vede la fine. Terry Crabtree è il suo editore, che verrà licenziato
se in breve tempo non riuscirà a trovare qualcosa degno di pubblicazione. James
Leer è uno studente del corso di Tripp, con la passione per il cinema, per la
menzogna facile e per la scrittura. Durante il weekend del WordFest, festival
letterario di Pittsburgh, i tre passano insieme il tempo affrontando i propri
fallimenti e cercando di mettere ordine nelle proprie vite.
Wonder Boys, titolo del libro che
Tripp ha in cantiere, è il racconto del fallimento professionale che si
riflette nella vita privata. La figura di Tripp rappresenta l’artista
rifiutato, poco dotato o incompreso, colui che per mancanza di talento o
sfortuna non ce l’ha fatta. Crabtree è il lavoratore sconfitto, più vicino al
fallimento che a una promozione. Leer, invece, è il giovane di belle speranze,
ragazzo problematico e talentuoso, rifiutato da una famiglia che non lo stimola
e valorizza.
Con questo suo secondo romanzo,
pubblicato nel 1995, Michael Chabon dà voce ai tormenti di uno scrittore che
non riesce a porre fine alla sua opera. Tripp è, in questo senso, la
controparte del Guido Anselmi dell’ 8 e ½ di Fellini, colpito dal blocco dell’artista,
ma manifesta comunque quella stessa paura di non sentirsi all’altezza.
Wonder Boys, poi, è la storia
dello stesso Chabon (lui stesso aveva nel cassetto un romanzo di 2600 pagine
che non riusciva a concludere) che con il suo stile elegante e colmo di
metafore, gioca con personaggi adulti che si comportano come bambini, con
situazioni ironiche e grottesche, senza dimenticarsi che alla fine c’è un
riscatto per tutti.
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