Basandosi sui racconti fantastici
del nonno misteriosamente ucciso, Jake (Asa Butterfield) si ritrova nella Casa
per bambini speciali di Miss Peregrine (Eva Green), su un isolotto del Galles.
Qui conosce i vari abitanti della villa, tutti dotati di speciali “peculiarità”.
Stimolato dal nuovo ambiente, Jake conoscerà più a fondo se stesso e aiuterà i
nuovi amici a sconfiggere una pericolosa minaccia.
Tim Burton si conferma regista
unico nella creazione di universi fantastici e gotici, e soprattutto nella
rappresentazione allegorica della solitudine, incarnata da creature bizzarre e
stravaganti. Questo Miss Peregrine è pieno zeppo di quegli stilemi che
caratterizzano e hanno caratterizzato gran parte della filmografia del regista
californiano. Ma purtroppo Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali è poco
altro e ha il difetto di assomigliare troppo alle copie sporche e sbiadite di
Harry Potter, Le cronache di Narnia e La fabbrica di cioccolato.
Sembra tutto già visto e
conosciuto; Miss Peregrine è una cozzaglia di sequenze ipercinetiche, cinema
fantasy per un pubblico young adult che però ormai è abituato a questo tipo di immagini
e non può rimanerne stupito o affascinato. Il film paga una sceneggiatura che
fa acqua da tutte le parti e una scrittura dei personaggi messa assieme alla
bell’e meglio, con il risultato che Asa Butterfield è un protagonista noioso e
per nulla empatico e Samuel L. Jackson è il villain di turno che fatica a
ritagliarsi il suo spazio.
Il film può stare in piedi solo
al nome del regista che compare sul cartellone, quel Tim Burton che aggiunge
una pietra al suo palazzo in costruzione da ormai più di trent’anni, con la
speranza però che Miss Peregrine non ne sia una parete portante.
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