Eli Schwartz è il tipico americano
sfigato del terzo millennio. Al termine del liceo rinuncia al college e piomba
in una catatonia fatta di film porno, programmi di cucina e marijuana. Figlio
di genitori divorziati e distratti e fratello dell’incarnazione del successo,
Eli passa le sue giornate in vestaglia davanti alla tv, senza alcun progetto
per il futuro. L’incontro con l’ormai ex attore Seymour Kahn, ridotto alla sedia a rotelle, lo aiuterà a
trovare se stesso.
Romanzo d’esordio del
newyorchese ebreo Adam Wilson, Alta
definizione è stato definito come un Giovane Holden del ventunesimo secolo. Paragoni
esagerati e scomodi a parte, Alta definizione è un ottimo romanzo di
formazione, capace di alternare momenti esilaranti che fanno sorridere il
lettore, a passaggi di profonda riflessione, amarezza e malinconia.
Wilson è un pasticciere che
mescola nell’impasto i diversi mondi della cultura pop, strizzando l’occhio ai
programmi di cucina molto in voga negli ultimi anni, al mondo delle serie tv
con le sue gag e la buona dose di comicità, e al mondo del cinema, con Eli che
sembra la versione young di Drugo Lebowski e con il personaggio di Seymour Kahn
che in alcuni passaggi ricorda molto un burbero Harry Dean Stanton,
caratterista straordinario, ma mai protagonista delle sue pellicole.
Ne esce fuori una torta al sapore
di Noah Baumbach, un romanzo esilarante, malinconico e intriso di speranza,
anche e soprattutto per tutti quei giovani che, forzati da un lavoro che non c’è,
passano in vestaglia l’età più delicata
della propria esistenza.
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