mercoledì 15 marzo 2017

Film - Life of Crime (2013) di Daniel Schechter



Detroit, 1978. I due ladruncoli Ordell e Louis (Mose Def e Louis Gara) tentano il colpo della vita rapendo Mickey Dawson (Jennifer Aniston) con l’intenzione di chiedere un cospicuo riscatto al ricco e benestante marito Frank (Tim Robbins). Quest’ultimo però è in vacanza con l’amante Melanie (Isla Fisher) e non ha nessuna intenzione di cedere alle minacce dei criminali. Informata dai suoi stessi rapitori, Mickey si accorderà con loro per vendicarsi del marito.
Life of Crime è un film che sa molto di fratelli Coen, ambientato in una precisa dimensione temporale e ricoperto di una patina vintage. Siamo all’interno di una crime comedy tratta dal romanzo Scambio a sopresa di Elmore Leonard, scrittore amatissimo da Tarantino. E Life of Crime, effettivamente ci prova ad avvicinarsi all’universo filmico del regista di Knoxville: in una vicenda in cui si muovono personaggi strampalati, il regista Daniel Schechter, carneade qualunque della Hollywood di oggi, cerca in tutti i modi di regalare al pubblico una serie di dialoghi instant cult e dal sapore vagamente pulp. Ma fallisce clamorosamente mancando il bersaglio: il pulp à la Tarantino è solitamente inteso come quel genere popolare contraddistinto da una ricerca esasperata del sensazionale (o comunque dell’eccessivo); Life of Crime, invece, si perde in un copione che sembra scritto appositamente per Adam Sandler e in una risoluzione della vicenda che esclude ogni possibile ricerca di climax. Life of Crime è un film altamente disturbante per la sua banalità. Poteva essere un mucchio di belle cose e invece si limita ad assomigliare alla brutta, bruttissima, copia di Jackie Brown di Tarantino. Quel Jackie Brown in cui compaiono due ladri interpretati da Samuel L. Jackson e Robert De Niro. Sono sempre loro, Ordell e Louis, utilizzati da Elmore Leonard anche nel romanzo Punch al rum, base per il film di Tarantino.
Ecco, la materia prima da cui Tarantino e Schechter partivano era più o meno la stessa. Capite quanto conta la mano del regista?

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