martedì 14 marzo 2017

Film - John Wick - Capitolo 2 (2017) di Chad Stahelski



L’ex sicario John Wick (Keanu Reeves), deciso a ritirarsi a vita privata, viene raggiunto da una sua vecchia conoscenza, il boss italiano Santino D’Antonio, (Riccardo Scamarcio) che, con un ricatto mascherato da patto di sangue, lo ingaggia per una complicata missione che potrebbe garantire al boss il controllo di un’organizzazione criminale internazionale.
Keanu Reeves torna a vestire gli eleganti panni dell’implacabile killer John Wick, ennesimo duro del cinema statunitense, personaggio segnato dal torbido passato e dalla coscienza sporca, ma dall’animo puro. John Wick è il classico criminale deciso di cambiare in meglio la propria vita, ma incapace di tagliare i fili che lo legano al passato, figura tormentata perennemente inseguita dai suoi errori. Ecco, in questo il cinema d’azione hollywoodiano dimostra di essere completamente privo di idee e clamorosamente ripetitivo. In realtà però questo è l’unica pecca del film. John Wick – Capitolo 2 rispecchia alla perfezione l’idea di sequel che hanno gli americani: la pellicola ripresenta le qualità del primo capitolo, ma le porta all’esagerazione, all’abbondanza. Il pubblico ne vuole di più, è questo ciò che conta.
Ebbene, John Wick 2 mette subito in chiaro di essere il fratello gemello del primo capitolo; come nel precedente, la trama è ridotta a mero pretesto per la messa in scena di sparatorie, corpi a corpo, inseguimenti e esplosioni. Il film mantiene un altissimo livello di adrenalina per tutta la sua durata, si distingue per un ragguardevole body count, ma soprattutto restituisce al genere, dopo anni di crisi, un nuovo volto (che in realtà è il vecchio e arcinoto Keanu Reeves) per il pubblico. Keanu Reeves, stella del cinema d’azione negli anni Novanta (Speed, The Matrix, Point Break, tanto per citarne alcuni), decennio d’oro per il genere, torna a coprire la parte dell’eroe dimostrando che l’action è ancora troppo attaccato ai suoi volti più celebri.
E forse consapevole di questo, il regista Chad Stahelski, in perfetta salsa postmoderna, ha provato a recidere questo cordone ombelicale: Stahelski, stuntman prima che regista, è riuscito a creare un pot-pourri fatto da reminescenze bondiane, cinema asiatico à la John Woo, ambientazioni arcaiche dal sapore letterario e azione spiccia da videogioco arcade. È un minestrone abbondante e saporito, che noi non possiamo non consigliare.

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