lunedì 13 febbraio 2017

Libro - Eravamo dei grandissimi di Clemens Meyer


Daniel, Mark, Paul e Rico sono quattro amici che vivono a Lipsia negli anni a cavallo della caduta del Muro. La loro adolescenza è segnata dal mito dell’Occidente, un’illusione che dopo la riunificazione trasformerà le loro vite in una disperata ricerca del brivido, fatto di alcol, droga, risse e furti d’auto.
Eravamo dei grandissimi, pubblicato in Italia da Keller con la traduzione di Roberta Gado e Riccardo Cravero a circa dieci anni dalla sua uscita in patria, vuole essere una testimonianza dai tratti autobiografici del suo scrittore Clemens Meyer, classe 1977, che in questo suo primo romanzo monta i suoi capitoli non seguendo una linea temporale, ma preferendo invece una costruzione basata sulla tensione.
Daniel il narratore, Mark il tossicodipendente che morirà per l’eroina, il pugile Rico e Paul, sono i testimoni della fine e del fallimento del regime comunista e della Repubblica Democratica Tedesca. La città di Lipsia è il luogo del fallimento di una nazione, uno stato che in 40 anni di storia non ha saputo creare una cultura sociale, ma si è fatto schiacciare dal mito dell’Occidente, ripiegandosi di fatto su se stesso e permettendo, dopo la riunificazione post-1989, l’invasione incondizionata del capitalismo in tutti i suoi risvolti.
In una Lipsia che non è in grado di distinguere il positivo e il negativo, i quattro amici si lasciano travolgere dall’eroina, dalle discoteche, dal richiamo del sesso a pagamento, dai combattimenti di strada, dalle risse, dai furti, dalle case occupate. È un branco di giovani obbligati a crescere in una nuova terra, senza alcun valore e senza poter riconoscere una reale guida nei propri genitori, già ampiamente distrutti dall’alcolismo, e nelle autorità culturali.
Eravamo dei grandissimi è la storia di un’epoca, di persone costrette a ciondolare e a ripiegare sulle tentazioni più meschine costruite dal lato oscuro del capitalismo. Una generazione che, però, riesce a ritrovare se stessa nell’amicizia, valore universale e collante che tiene unite le persone nella condivisione dei sogni, nella speranza di una società nuova, nella speranza nell’amore.
Come in Trainspotting, ma soprattutto come in Colla di Irvine Welsh, Meyer racconta l’esistenza di un gruppo di amici testimoni e protagonisti di una generazione, personaggi incatenati a una realtà contro la quale urlano e dalla quale cercano disperatamente di fuggire immaginando un futuro migliore. Eravamo dei grandissimi  è la storia di persone disperate, pazze di speranza e innamorate della vita.

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