sabato 4 febbraio 2017

Film - Barry (2016) di Vikram Gandhi



Più delle tv e delle majors hollywoodiane, ad intercettare il vento che soffia  e che muove l’attualità americana e non, e a battere il ferro caldo è Netflix, piattaforma che continua a dimostrarsi fucina di esperimenti e creazioni dagli standard sempre più alti.
Barry, distribuito worldwide il 16 dicembre, avrebbe potuto e voluto essere un fulgido esempio della politica produttiva del colosso di Los Gatos.
Barry sembrerebbe essere il saluto d’addio all’ormai ex Presidente Obama; una forma di biopic ibrido che riprende una frazione minuscola della vita dell’uomo.
Siamo a New York. È il 1981, l’anno più violento nella storia della Grande Mela, quello ricostruito da J.C. Chandor nel 2014 in 1981: Indagine a New York. In una fumosa città che trasuda odio e violenza, razzismo e povertà, si muove il ventenne Barry- Barack (Devon Terrell), studente iscritto alla Columbia University. È in questo ambiente che il ragazzo si scontrerà con temi d’importanza sociale, si misurerà con l’amore e affronterà un complicato  rapporto con i genitori.
Vikram Gandhi e Adam Mansbach, rispettivamente regista e sceneggiatore del film, riducono la vita di un uomo che sarà Presidente degli Stati Uniti d’America a un’accozzaglia  di scenette completamente slegate fra loro cercando di trasformare in film di formazione la vita del giovane Barry.
L’intento che il film si pone è quello di cercare nel passato di Obama una spiegazione alle politiche adottate poi nei suoi otto anni di Presidenza. Ma è un intento che non viene assolutamente rispettato, schiacciato dal personaggio di Barry stesso, completamente sfasato rispetto al tempo, al luogo e alle persone in cui è inserito. Il giovane Obama sembra l’unico idealista del suo tempo. L’unico incline al ragionamento filosofico e sensibile alle tematiche sociali che il film cerca di proporre: razzismo, povertà, uguaglianza vengono propinati allo spettatore in maniera talmente stereotipata da risultare invisibili e impalpabili.
Poteva essere uno dei primi casi in assoluto in cui il cinema americano congedasse degnamente e pressoché live un suo Presidente e invece Barry finisce per assomigliare a uno di quegli instant books che si trovano in edicola, da comprare insieme a qualche rivista dalla tiratura in calo. Peccato.

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