lunedì 24 aprile 2017

Libro - Il senso della lotta di Nicola Ravera Rafele



Tommaso ha 37 anni e un contratto a tempo determinato al Corriere della Sera. È figlio di Michele Musso e Alice Rosato, terroristi delle Brigate rosse morti in un incidente d’auto a Parigi nel 1983. Tommaso è cresciuto con la sorella di Alice, Diana, che è riuscita a garantirgli una vita tranquilla, normale come quella della sua figlia naturale Cristina. Un giorno però, per una casualità, Tommaso scopre che Alice e Michele erano a Grenoble nel 1984. Da quel momento la sua vita si blocca, si ingolfa. Dove sta la verità?
Nicola Ravera Rafele è figlio di Mimmo Rafele e Lidia Ravera. Lui, classe ’47, è un regista e sceneggiatore che ha lavorato con Gianni Amelio e i fratelli Bertolucci;  lei, nata nel 1951, è la scrittrice (assieme a Marco Lombardo Radice) di Porci con le ali, affresco della generazione del Sessantotto. È fondamentale inquadrare il contesto in cui è nato ed è cresciuto Nicola Ravera Rafele. È una premessa necessaria perché il suo Il senso della lotta, contrapponendo passato e presente, cerca di rimettere in discussione l’intero decennio Settanta. Gli ideali, i personaggi e la società di quegli anni vengono ricostruiti dallo scrittore e soprattutto messi in discussione fin dal titolo. Qual è il senso della lotta? A che cosa ha portato la militanza, la collettività? Oltre alle bombe e ai morti, cosa hanno portato gli anni di piombo?
Nella ricerca della propria identità da parte di Tommaso, nell’investigazione che lo porterà alla verità sui suoi genitori, c’è anche la ricostruzione dell’identità di una generazione intera. Una generazione che alla fine degli anni Settanta è passata da una dimensione pubblica a una privata, si è smembrata, polverizzata. Tommaso è il figlio di questa generazione: Ravera Rafele non si occupa solo della ricostruzione dei fatti nel modo più realistico possibile, ma riesce a trasportare tutto nel presente. Il senso della lotta non è un romanzo storico, anzi, è attualissimo; è un puro e splendido esempio di come si possono mettere a confronto due generazioni. C’è quella sessantottina, rivoluzionaria e intrisa di impegno verso la collettività rappresentata da Michele e Alice, e c’è quella di Michele, uomo di oggi interessato a scoprire le proprie origini familiari (quindi esclusivamente private), più che a riscrivere la storia di un Paese che ancora nasconde centinaia di segreti.

Nessun commento:

Posta un commento