Kenny Wells (Matthew McConaughey)
è un uomo che da sempre cerca di trovare la via per il successo. Grazie alla sua
perseveranza, Kenny riesce ad avvicinare il geologo Michael Acosta (Edgar
Ramirez) e a convincerlo della presenza dell’oro nel sottosuolo della giungla
indonesiana. I due iniziano a scavare e sotto terra troveranno il metallo
prezioso, ma anche una serie di guai.
Gold – La grande truffa è un film intrinsecamente americano. La
corsa all’oro, infatti è, al pari della conquista del west, uno dei miti
fondativi della cultura popolare a stelle e strisce. Parlando di corsa all’oro
in campo cinematografico il pensiero non può non andare a La febbre dell’oro capolavoro del 1925 di Charlie Chaplin. A quasi
un secolo di distanza il film di Chaplin, grazie alle sue gag, continua a
essere film godibilissimo e immortale. E se La
febbre dell’oro vive ancora grazie al suo protagonista, Gold sta in piedi grazie a Matthew
McConaughey, protagonista del film in grado di calamitare l’attenzione dello
spettatore per l’intera durata. In sovrappeso e con una calvizie in stato
avanzato, l’attore texano dimostra di confermare quella sua volontà di prendere
parte solo a progetti stimolanti e impegnativi. Da Dallas Buyer Club (il film che gli è valso il premio Oscar) a oggi,
infatti, McConaughey ha lavorato solo in ruoli tutt’altro che semplici dando
prova di eccezionale duttilità e flessibilità. Il suo Kenny Wells di Gold è la rappresentazione dell’everyman americano povero e testardo,
che non si arrende mai e che alla fine trova la tanto cercata ricchezza
(pagandone poi le conseguenze). Kenny Wells, che a tratti potrebbe assomigliare
al Jordan Belfort di The Wall of Wall Street,
è soprattutto l’incarnazione del American
Dream che ciclicamente Hollywood cerca di proporre al pubblico. Gold, ambientato negli anni Ottanta e
ispirato (lontanamente s’intende) allo scandalo minerario Bre-X del 1993 è l’ennesima
messa in scena del self-made man, dell’uomo
costruitosi con le proprie mani e costretto a scontrarsi con mille avversità,
in un mercato economico impazzito e corrotto in un decennio folle. Gold cerca di ricostruire quel periodo
storico con la leggerezza del caper movie
e con la precisione di un biopic. Collocandosi
in una zona limbo, sospeso fra il cinema di intrattenimento e quello di
ricostruzione storica come mezzo di riflessione sul presente, Gold risulta un film piacevole, ricco e
ipnotico; un po’ come la recitazione di McConaughey.
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