venerdì 18 novembre 2016

Libro - Crazy Heart di Thomas Cobb



Un tempo musicista country di successo, il cinquantasettenne Bad Blake si ritrova con quattro matrimoni alle spalle e alcolizzato. Per campare gira in lungo e in largo le bettole più sperdute degli Stati Uniti in cerca di nostalgici che possano ancora apprezzare la sua musica. È proprio durante una di queste tournée raffazzonate che Bad conosce Jean Craddock, donna intenzionata a intervistarlo e a scuotere la sua vita.
Crazy Heart, romanzo del 1987 di Thomas Cobb e pubblicato in Italia nel 2010 solo in seguito all’uscita della trasposizione cinematografica è una perfetta rappresentazione di quella parte di America perduta, provinciale, fatta di legami forti con la propria terra e la propria storia, di relazioni basate sulla fiducia e la correttezza. Un’America alternativa e lontana dal riflesso delle luci delle metropoli e ancora avvinghiata alle proprie tradizioni e i propri costumi.
È in questo scenario che si muove Bad Blake, antieroe per eccellenza, intaccato dal alcol e dal cinismo, un Bukowski con la chitarra, con la quale porta a galla una fetta di tradizione e storia sconosciuta (e per questo affascinante) a noi italiani: la musica Americana, quella legata alle radici (roots) folkloristiche del paese, una tradizione tramandata oralmente e cantata, colonna sonora di queste pagine, di questa vicenda, semplice e verissima, in un romanzo breve, ma intenso come un assolo di armonica.

giovedì 17 novembre 2016

Film - Imperium (2016) di Daniel Ragussis



L’agente dell’FBI Nate Foster (Daniel Radcliffe) si infiltra sotto copertura in un gruppo di radicali neonazisti. Il suo scopo è quello di impedire le iniziative terroristiche degli estremisti, cercando di mantenere segreta la propria vera identità.
Con Imperium Daniel Radcliffe continua il percorso di allontanamento dall’ombra ingombrante di Harry Potter (Imperium è il 13° progetto in cui è impegnato dal 2011, anno dell’ultimo film della saga del maghetto), e lo fa con il cranio rasato e tatuaggio sul bicipite. Imperium è ispirato alla vera vicenda di Michael German (anche co-sceneggiatore del film), agente che ha vissuto per anni sotto copertura in un gruppo di neonazisti.
Il difetto di Imperium sta nel fatto che i fatti narrati sembrano svolgersi nel giro di poche settimane (e non anni come avvenne realmente per German) impedendo, di fatto, la rappresentazione della solitudine e della crisi interiore attraversata dall’agente Foster, costretto a combattere i propri ideali per portare a casa la pelle ogni giorno. In questo senso, il personaggio interpretato da Daniel Radcliffe poteva assomigliare al Leonardo di Caprio di The Departed, capolavoro di Scorsese, ma coscienza e personalità dell’agente vengono sacrificate, in quanto il regista Daniel Ragussis (opera prima per lui) tende a concentrarsi sull’aspetto ideologico e politico della vicenda, evidenziando il proliferare di diversi movimenti filonazisti e antisemiti nell’America odierna.
Imperium risulta comunque essere un film azzeccato perché intercetta un certo tipo di ventata politica che sta soffiando sia negli Stati Uniti che in Europa in questo 2016 fatto di sangue e odio.

mercoledì 16 novembre 2016

Libro - La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo



Haifa, Israele. Yuval, Churchill, Ofir e Amichai guardano in tv la finale dei mondiali del 1998. Tutti vicino ai trent’anni, i quattro sono amici inseparabili fin dai tempi del liceo. Da un’idea di Amichai, il gruppo di amici decide di scrivere su un pezzo di carta tre desideri, sogni nel cassetto che vorrebbero realizzare.  I quattro promettono poi di ritrovarsi il giorno della finale dei mondiali del 2002 per vedere cosa si sarà avverato e cosa no.
L’idea da cui nasce questo La simmetria dei desideri è piuttosto banale e per nulla originale, molto sfruttata da cinema, tv e narrativa contemporanea: un gruppo di amici, diversi per personalità e per aspirazioni si ritrova e decide di rincontrarsi in un futuro relativamente prossimo per osservare i cambiamenti portati dal tempo. Assomiglia molto alla cena dei coscritti organizzata ogni lustro. Ma proprio qui esplode il genio e l’inventiva di Eshkol Nevo.
Yuval, il narratore, ci guida nel periodo che intercorre fra i due mondiali in cui non abbandoniamo mai i protagonisti. Non ci sono voli pindarici e salti temporali: è un romanzo che restituisce il lento scorrere del tempo e sottolinea ogni cambiamento come il frutto di un processo costante, un fiume che scorre e che accompagna la crescita di ognuno dei personaggi. È un romanzo imperniato sul valore che si attribuisce all’amicizia, quella vera e profonda consolidata dagli anni trascorsi insieme. Sentimento d’amicizia che lascia sullo sfondo le vicende delle città di Haifa e Tel Aviv (e di tutto lo stato di Israele) dilaniate da un clima di tensione e da continui e sanguinosi attentati.
Nevo scrive un romanzo intenso, sincero, fatto di rapporti gratuiti, di relazioni solide e di episodi toccanti e emozionanti e La simmetria dei desideri nasconde quell’imprevedibilità e quella sorpresa che rende ogni finale dei mondiali di calcio qualcosa che non si può dimenticare.

martedì 15 novembre 2016

Film - Captain Fantastic (2016) di Matt Ross



Ben Cash (Viggo Mortensen) vive con i sei figli isolato dal mondo nelle foreste degli Stati Uniti nord-occidentali. Ben cerca di conferire ai figli un’educazione completamente slegata dalla società capitalistica americana fatta di connessione con la natura, abilità fisiche, e sviluppo dell’intelletto e della mente. Il mondo che ha creato per sé e per i figli, però, crolla quando la moglie, ricoverata in un ospedale si suicida, costringendo la famiglia ad abbandonare il proprio nido per lanciarsi nella vita reale in vista del funerale.
Captain Fantastic è un film meraviglioso, e la potremmo chiudere qui. Semplicemente chiunque vorrebbe fare film che cerchino di interpretare gli anni che stiamo vivendo dovrebbe partire da qui.
Il disagio della socializzazione rubato a un certo cinema indie degli ultimi anni esplode nella figura di Viggo Mortensen, attore azzeccatissimo per un ruolo che probabilmente gli porterà diversi premi. Nel film di Matt Ross c’è proprio tutto: la critica al moderno capitalismo americano, fatto di ricerca spasmodica di beni di consumo come ricerca del piacere, la critica ai nuovi mezzi di comunicazione che assuefanno le masse e annullano l’interazione sociale. Fortissima è la critica al sistema educativo americano e occidentale. Quello che fa Matt Ross è, insomma, mettere in scena l’American way of life e prenderlo a sassate, scena dopo scena, dirigendo un film potente, poderoso, addolcito dall’atmosfera poetica da mondo delle favole e dalla famiglia Cash, che senza intenzione alcuna ci insegna come bisognerebbe essere genitore e come essere figlio.

lunedì 14 novembre 2016

Film - Frozen (2010) di Adam Green



Dan, Joe e Parker, ragazza del primo, decidono di trascorrere un weekend sulla neve sulle montagne del Massachusetts. Giunta sera, i tre riescono a corrompere l’addetto al funzionamento della seggiovia per un’ultima discesa.  Quest’ultimo però costretto ad allontanarsi, viene sostituito da un collega che, non informato della presenza dei tre giovani, stacca la corrente all’impianto. È l’ultima giornata del weekend; le piste riapriranno cinque giorni dopo. Per i tre ragazzi cala la notte e la paura.
Frozen (attenzione, non confondete con il film Disney) si inserisce a pieno titolo in quel filone del genere thriller-horror in cui il protagonista o i protagonisti si trovano in una situazione che li blocca da cui cercheranno di uscire in ogni modo. Buried – Sepolto, che sicuramente è il più celebre, ma anche 127 ore, Open Water e i più recenti Paradise Beach – Dentro l’incubo e Mine sfruttano tutti la stessa struttura narrativa.
Frozen ha il pregio di sviscerare la paura e l’orrore scaturiti da situazioni e azioni comuni, come quella di prendere una seggiovia in un weekend con gli sci e lo snowboard e soprattutto evidenzia come sulla normale quotidianità e sui comuni sentimenti d’amicizia e amore che legano i protagonisti prevale sempre un fortissimo istinto di sopravvivenza che porterà i protagonisti a destini diversi.
Frozen è un film intelligente, che sfrutta i pochi mezzi messi a disposizione del regista Adam Green, evitando inutili tecnicismi e virtuosismi di sceneggiatura. È un film che farà passare la voglia di divertirsi sulla neve e a metà novembre, forse, non è troppo consigliato.