Jackson, Mississippi. Primi anni
Sessanta. Appena laureatasi, Skeeter (Emma Stone) trova impiego presso un
giornale rispondendo alla posta delle casalinghe. Il razzismo imperante nel
profondo sud degli Stati Uniti combinato alla sua voglia di scrivere e al suo
talento la spingono a raccontare la vita delle persone bianche vista dagli
occhi dei neri. Per farlo chiede aiuto a due cameriere di famiglie bianche,
Aibileen (Viola Davis) e Minny (Octavia Spencer). Le loro memorie, trasformate
in libro da Skeeter, saranno in grado di smuovere le coscienze della
popolazione.
The Help esce nel 2011 e anticipa
quella tendenza che pare essere diventata moda a Hollywood: Django Unchained è
del 2012, 12 anni schiavo del 2013 e Selma – La strada per la libertà è del
2014. Ognuno di questi film, a modo suo, racconta il razzismo che regnava (e
regna purtroppo) in diverse zone degli Stati Uniti fin dai tempi dell’indipendenza.
The Help è il racconto, tutto al
femminile, della violenza psicologica subita dai neri d’America, vittime di
soprusi mascherati da carità e solidarietà religiosa. Non c’è violenza fisica
nel film: il razzismo di The Help è un vero e proprio stillicidio fatto di
piccoli torti, divieti e torture psicologiche. The Help è la dimostrazione di
quanto Hollywood sia sensibile a un problema tanto passato quanto attuale, e
evidenzia tutta quella rabbia repressa che si può cogliere negli occhi di Viola
Davis e Octavia Spencer, volti perfetti per questo film che trasuda black culture
e musica gospel, ed è un perfetto esempio di come l’immagine (quella del film
stesso) e la parola (quella del libro scritto dalle protagoniste) siano veicoli
di meritato riscatto sociale.