lunedì 3 aprile 2017

Libro - Nelle mani giuste di Giancarlo De Cataldo



È l’Italia tra il 1992 e il 1993. Il Muro di Berlino è caduto e il mondo non è più diviso in due blocchi. Mentre Il Psi e la Dc stanno affondando, il Pci vede uno spiraglio per arrivare al governo. Intanto però Totò Riina è stato catturato, e la mafia ha dichiarato guerra allo stato. È la prima Repubblica che giunge al capolinea, distrutta dalla criminalità organizzata, dalle stragi e da Mani Pulite. In questo contesto apocalittico si muovono il commissario Scialoja, corrotto e involontario erede del Vecchio di Romanzo Criminale, Stalin Rossetti, ex comandante di una cellula deviata dei servizi segreti che stringe rapporti con la mafia, e Ilio Donatoni, industriale di successo il cui impero è sporcato dalla criminalità organizzata.
L’Italia non era finita con la morte del Dandi e con l’arresto degli altri componenti della banda della Magliana. Le vicende raccontate in Romanzo Criminale sono solo un tassello della torbida storia italiana dal dopoguerra a oggi; una storia fatta di attentati, di servizi segreti deviati, di cospirazioni, di losche trattative e ovviamente di sangue.
Nelle mani giuste, scritto da Giancarlo De Cataldo a 5 anni di distanza da Romanzo Criminale del quale si dichiara ideale sequel, cerca di far luce su un biennio nerissimo della nostra storia recente. Lo scrittore ricostruisce la stagione delle stragi, delle trattative fra Stato e mafia e di Tangentopoli, richiamando in campo alcuni dei personaggi già presenti in Romanzo Criminale. Ritroviamo quindi il commissario Scialoja e la sua amante Cinzia Vallesi, in arte Patrizia. È un noir perfetto Nelle mani giuste: è perfetto per come prende le distanze dal suo predecessore, rinunciando a quel romanticismo che circondava personaggi come il Dandi e il Libanese; è perfetto per come architetta una trama complessa e frammentata in quattro distinti filoni che inesorabilmente si incontrano nel finale. È perfetto, infine, per come De Cataldo sa mixare personaggi storici realmente esistiti e characters di pura finzione, eventi veramente accaduti e fatti completamente inventati. De Cataldo rimane in bilico tra la fantasia, l’intrattenimento e il rigore storico, ricordando in alcuni passaggi il miglior Ellroy. In Nelle mani giuste nessuno è innocente in un’Italia nera e marcia. Lo scrittore oltre che attento alla correttezza storica, sviluppa la sua trama partendo dalla costruzione psicologica dei personaggi. Sono L’uso della suspense, la figura della femme fatale e dei gendarmi corrotti i mezzi con cui De Cataldo aderisce pienamente al genere noir, un genere che, probabilmente proprio per la storia del nostro Paese, si etichetta come puramente italiano e che trova proprio nello scrittore tarantino il suo miglior esponente.

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