giovedì 2 febbraio 2017

Film - La battaglia di Hacksaw Ridge (2016) di Mel Gibson



Desmond Doss (Andrew Garfield), cristiano avventista, si arruola volontariamente nel esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Sarà il primo obiettore di coscienza per essersi opposto all’uso di qualsiasi arma e verrà impiegato come medico nella battaglia di Okinawa in Giappone salvando la vita a 75 soldati, diventando il primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d’onore.
La battaglia di Hacksaw Ridge è un film sulla non-violenza; una non-violenza che esplode nel contrasto con la brutalità e con la follia sanguigna che il conflitto bellico mette in evidenza. Nella seconda parte del film vi è una vera esplosione di questa contraddizione visiva che fuoriesce dal campo cinematografico. È Impossibile non pensare che il suo regista, Mel Gibson, persona macchiatasi di episodi di violenza e di discutibile moralità in passato, abbia scelto di portare la vera storia di Desmond Ross sul grande schermo nella ricerca di una sorta di espiazione per le sue cattive condotte passate.
Desmond Doss è una persona religiosissima, un cristiano avventista, anch’egli macchiatosi di un episodio di violenza nei confronti del fratello minore in gioventù, che ha promesso a Dio di non uccidere, di rifiutare la violenza anche durante la guerra.
Questa religiosità di Desmond, mai eccessiva o bigotta si trasforma in necessità di fare del bene, di contrastare quella violenza che solo la guerra sa portare e che Mel Gibson non esita a riproporre in maniera più che esplicita ma non gratuita. È qui che si legge la critica di Gibson ai cinecomics, colpevoli a detta sua di svuotare la violenza di quella coscienza che permetterebbe di evitarla.
È una crociata quella intrapresa dal regista. Un percorso di redenzione segnato dalla fede, da Braveheart, fino ad Apocalypto, concetto questo che ri-disegna la figura dell’eroe cinematografico americano e segna il ritorno di uno dei pochi registi a mettere sullo schermo i propri travagli interiori.

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