8 dicembre 1980. Il giornalista
Alan Weiss, a causa di un incidente in moto, viene trasportato al Roosevelt
Hospital di New York. In ospedale alcuni medici stanno cercando di salvare la
vita a un uomo a cui hanno sparato. Quell’uomo è John Lennon.
Testimone della confusione e
della morte del cantante, Alan cercherà, dal lettino su cui giace per l’incidente,
a svolgere il proprio lavoro di giornalista.
The Lennon Report, film diretto da Jeremy Profe, in poche
scene e filmati di repertorio riesce a far calare lo spettatore nella New York
e nell’America del 1980. In maniera piuttosto didascalica vengono mostrati e
citati le icone, gli eventi e la cultura di quel tempo, dalla politica al
costume, dalla cronaca allo sport.
È un’introduzione rapida e insipida,
quella di The Lennon Report, film
ambizioso che però paga il basso budget con cui è stato realizzato, ma
soprattutto crolla sulla sceneggiatura e sulla scrittura dei personaggi,
approssimativa e appena accennata.
Come Parkland, film del 2013 che raccontava gli attimi seguenti la morte
di JFK, The Lennon Report vuole
narrare gli attimi appena successivi al decesso di John Lennon. Ma come Parkland a suo tempo, anche The Lennon Report sbaglia nella scelta
di voler raccontare la vicenda escludendo qualsiasi intento documentaristico,
unica via che poteva essere presa per costruire attorno al film un po’ di
interesse.
John Lennon, mai mostrato in
volto nel film e ridotto a un ammasso di materia insanguinata su cui i medici
prestano soccorso, esiste in The Lennon
Report solo come nome e cognome attorno a cui orbitano poliziotti, medici,
infermieri, giornalisti e la povera Yoko Ono. Anche l’assassino, Mark Chapman,
rimane innominato, personaggio misterioso che lo spettatore di The Lennon Report non ha modo di
conoscere.
Se The Killing of John Lennon del 2006 e Chapter 27 del 2007 cercavano di trattare gli ultimi giorni di vita
di Lennon, The Lennon Report non fa
nulla, ma prova a evidenziare l’eroismo dei dottori che però non riescono a salvargli
la vita, e tocca solo superficialmente la questione di coscienza che può
toccare un giornalista in bilico fra rispetto della privacy e della persona e
diritto di cronaca che si trasforma in un dovere verso il pubblico.
The Lennon Report è il pessimo ricordo di un’icona, un uomo
che va ricordato soprattutto per la sua musica e per le sue canzoni,
tralasciate da The Lennon Report e
sostituite con una colonna sonora da serie tv.
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