sabato 6 maggio 2017

Top 7 - I migliori romanzi sulla Prima Repubblica



L’espressione Prima Repubblica si è sviluppata nel mondo giornalistico per indicare il sistema politico della Repubblica Italiana vigente dal 1948 al 1994, ossia dall’entrata in vigore della Costituzione fino al radicale mutamento partitico dovuto anche e soprattutto all’inchiesta di Mani Pulite. La politica di questo periodo fu caratterizzata e orchestrata dai tre partiti che combatterono il fascismo durante la Resistenza: la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano.
Ebbene, di questi primi tre fu soprattutto la DC a governare il Paese in questo mezzo secolo breve. Al di là della storia politica, tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta, l’intero Paese (di pari passo al resto del mondo occidentale) conobbe eccezionali mutamenti economici, sociali e culturali. Non è questo il luogo per fare una lezione di storia, ma basta citare avvenimenti come il miracolo economico, il Sessantotto, la strategia della tensione, gli anni di piombo, le stragi, la mafia e gli anni Ottanta per capire come il nostro Paese abbia attraversato momenti tutt’altro che tranquilli. Il cinema e la tv, con ottimi risultati, è riuscita, sia in operazioni di mimetica costruzione storica, sia di mixaggio fra realtà e fantasia, a far rivivere al pubblico quegli anni. Anche la narrativa ha fatto lo stesso.
Ecco dunque che con questa lista vogliamo citare quei romanzi (quindi anche opere di fantasia) che aiutano anche il lettore più inesperto a ricostruire e a capire il nostro recentissimo passato.
7 – Riportando tutto a casa di Nicola Lagioia.  Bari, anni Ottanta. Il denaro corre veloce per le vene del Paese. I tre adolescenti che si aggirano per le strade di questo libro hanno in corpo una sana rabbia, avvelenata dal benessere e dalla nuova smania dei padri. Si azzuffano e si attraggono come gatti selvatici, facendo di ogni cosa - la musica, le ragazze, le giornate - un contorto esercizio di combattimento. Ma negli angoli dei quartieri periferici li aspetta il lato in ombra di quel tempo che luccica: qualcosa che li costringerà a mettere in discussione le loro famiglie, i loro sentimenti, e perfino se stessi. Ci metteranno vent'anni per venirne a capo. Riportando tutto a casa racconta l’altro lato della medaglia degli anni Ottanta; tutto quello che l’allegria, la leggerezza, i sorrisi e i corpi nudi delle tv private hanno sempre cercato di coprire. Un libro che scava nel profondo.
6 – Il passato davanti a noi di Bruno Arpaia. In un paese alla periferia di Napoli, negli anni '70, un gruppo di ragazzi vive l'ultima grande stagione degli ideali e delle lotte politiche, fa i conti con una realtà difficile, minacciata dalla criminalità organizzata, e nel frattempo affronta il suo particolare percorso di formazione, che passa attraverso gli amori, le tensioni familiari, le vacanze vissute all'avventura e termina con il fallimento degli stessi ideali da cui aveva preso le mosse. Le scelte dei protagonisti sono state, a partire da quel punto, le più diverse: e adesso c'è chi vive una vita del tutto normale, con moglie e figli, e chi invece si trova a fare i conti con il proprio passato di militanza armata. Sono un po’ i temi di quel capolavoro che è La meglio gioventù. Consigliato.
5 – Nelle mani giuste di Giancarlo De Cataldo. La vicenda narrata in Nelle mani giuste si svolge tra il 1992 e il 1993 e si snoda tra l'inchiesta Mani Pulite e la fine della cosiddetta Prima Repubblica, focalizzando l'attenzione sulle stragi del continente. Giancarlo De Cataldo si muove con eccezionale maestria in territori finora inesplorati dalla narrativa italiana. I suoi corrotti personaggi ci aiutano a rivivere un periodo che porta avanti ancora troppi punti oscuri.
4 – Confine di Stato di Simone Sarasso. Erano sbirri corrotti, traditori della Repubblica, politici con le mani sporche di sangue, spacciatori irlandesi in affari con Cosa Nostra, ragazzi in nero pronti a tutto. Tra il 1954 e il 1972 questa gente teneva in pugno il paese. Senza di loro la Storia italiana sarebbe tutta un'altra storia. Da Milano a Roma, da Cuba a New York, un viaggio nero e amaro alle radici di un'Italia senza eroi. La storia di un paese dilaniato dalle stragi, fatto a pezzi dalle guerre di partito, cresciuto nel sangue. Il romanzo di Sarasso, ispirato da James Ellroy e dalla letteratura pulp d’oltreoceano ha il merito di stabilire un punto d’inizio nel complottismo legato alle stragi di Stato: il delitto di Wilma Montesi nel 1953 sulla spiaggia di Torvaianica. L’omicidio, tutt’ora irrisolto, scandalizzò l’opinione pubblica e coinvolse nelle inchieste anche esponenti democristiani.
3 – Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo. I protagonisti sono una banda di giovani delinquenti che decide di conquistare Roma, e diventa un esercito quasi invincibile. Politica, servizi segreti, giudici onesti, poliziotti e il più grande bordello della Capitale in un romanzo basato su una minuziosa documentazione. Romanzo criminale è la fantasiosa (romanzata, appunto) storia della Banda della Magliana, associazione criminale operante nel Lazio e non solo dal 1975 (e tutt’ora in attività). Prima della serie tv e del film, Romanzo criminale è un libro che spiega gli intrighi di potere del nostro Paese e gli intrecci fra politica, servizi segreti e criminalità. Un cult assoluto.
2 – Il senso della lotta di Nicola Ravera Rafele. Tommaso ha trentasette anni, un contratto a tempo nella redazione romana del Corriere della Sera, una fidanzata esigente, e una zia, Diana, della consistenza di una quercia, che l'ha cresciuto da quando, nel 1983, suo padre l'ha lasciato davanti a casa, prima di scomparire nel nulla. I suoi genitori, Michele Musso e Alice Rosato, da quelle poche informazioni che ha, sono morti in un incidente, ed erano terroristi. A trentasette anni Tommaso è riuscito a costruirsi una vita normale, a non pensare più al suo tormentato passato. Ma quando una mattina il respiro gli s'ingolfa, e un dottore, diagnosticandogli un attacco di panico, gli chiede se sia figlio di quel Michele Musso, che lui ha incontrato a Grenoble nell'84, qualcosa si rompe, come uno strappo in una rete. Perché quella data fa tanto rumore? Il senso della lotta mette in discussione l’intero decennio Settanta e lo fa con una precisione mortifera. Una riflessione limpida su un’intera generazione. Affresco grandioso.
1 – La legge dell’odio di Alberto Garlini. Per il ventenne Stefano Guerra la violenza è bellezza e l'odio una legge nuovissima e antica. C'erano anche lui e i suoi camerati a combattere contro la polizia in un lontano giorno del 1968, in Italia, a Roma, a Valle Giulia. Da quel giorno la vita del giovanissimo neofascista coincide con l'illusione della rivoluzione e l'asservimento reale a ogni potere, fino alla strage. E mentre prosegue il suo percorso di carnefice, sempre più disilluso, intorno a lui si snoda quella che è la storia segreta delle trame nere in Italia negli anni dal 1969 al 1972. Alberto Garlini è uno specialista nei romanzi che toccano il recentissimo passato del nostro Paese. La legge dell’odio si incunea con brutalità dentro gli ambienti di estrema destra dell’epoca. Un romanzo mastodontico che in particolare racconta una cosa: l’odio. Splendido.

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