martedì 16 maggio 2017

Film - Scappa - Get Out (2017) di Jordan Peele



Il giovane ragazzo di colore Chris (Daniel Kaluuya), assieme alla sua ragazza Rose (Allison Williams), si prepara per trascorrere un weekend a casa dei genitori di lei. Rose non ha informato la famiglia del colore della pelle di Chris, ma assicura che questo non causerà alcun problema. Giunto nel quartiere del padre e della madre di Rose, Chris si accorge di essere, a parte i domestici della famiglia, l’unica persona nera. Nonostante l’accoglienza calorosa della famiglia, Chris continua a percepire alcune stranezze nell’ambiente. La sua etnia, infatti, lo trascinerà in terribile incubo.
Scappa – Get Out, è il brillante esordio alla regia di Jordan Peele, ennesimo prodotto del vivaio della casa di produzione Blumhouse (tra gli altri Paranormal Activity, Insidious e Whiplash). Peele, anche sceneggiatore della pellicola, ha dichiarato di essersi ispirato fortemente a La notte dei morti viventi, cult assoluto di George Romero del 1968. E in effetti, in Scappa, come nel film di Romero, la violenza esplode in un contesto radicalmente politicizzato. Mentre con La notte dei morti viventi l’epoca era quella della guerra in Vietnam, con sogno americano e mito del self-made man che venivano distrutti dalla violenza sullo schermo che mostrava le profonde contraddizioni del Paese, in Scappa il contesto è quello presente, sconvolto da un razzismo imperante che prende forma, nel film e nella realtà, attraverso diverse fobie e paranoie.
Con Scappa, la riflessione sulle contraddizioni del Paese abbraccia il genere orrorifico e si allontana da biopic e drammoni che hanno contraddistinto la scorsa stagione cinematografica (per intenderci, gli Oscar so black). Scappa è un thriller dai connotati horror, e a differenza di un film qualunque di Spike Lee – regista che più di tutti con il proprio lavoro continua a ribadire l’esistenza a Hollywood di un cinema prettamente black – mostra, con un sottile humour e con tanta suspense, il livello di paranoia degli Stati Uniti di oggi. E lo fa senza alcun fastidioso e inutile didascalismo: Peele lavora fin dall’inizio del film per simboli,  adotta soluzioni formali che stupiscono per la semplicità e l’originalità. Il regista si muove all’interno di mondi più volte esplorati dagli anni Settanta a questa parte, ma lo fa senza scopiazzare a destra e a manca. Il suo film non è il doppione di nulla e rimane in piedi dal primo all’ultimo minuto. Anzi, meriterebbe pure una seconda visione per cogliere la profondità satirica di certi passaggi.

lunedì 15 maggio 2017

Libro - I misteri di Pittsburgh di Michael Chabon



Art Bechstein è un neo-laureato in economia, figlio perbene di un gangster ebreo di Pittsburgh. Al termine degli studi, Art trascorre l’estate che lo separa dall’ingresso nel mondo degli adulti insieme a un gruppo di amici: Arthur Lecomte, gay dichiarato, Phlox Lombardi, una punk stramba e romantica, e Cleveland Arning, teppista con manie autodistruttive, incazzato e alcolizzato. Tra feste e scorribande, Art andrà alla scoperta della propria sessualità nel delicato passaggio tra adolescenza e età adulta.
I misteri di Pittsburgh è il romanzo d’esordio del premio Pulitzer Michael Chabon, scritto tra il 1985 e 1987 e pubblicato nel 1988. Il libro, best seller negli Stati Uniti anticipa quella che sarà una costante nei romanzi di Chabon: l’omosessualità. Lo scrittore di Washington (che però ha vissuto in larga parte a Pittsburgh), scrive un romanzo di formazione in piena regola in cui il tema principe è la scoperta della sessualità da parte del protagonista. È bene ricordare che I misteri di Pittsburgh è un romanzo degli anni Ottanta, decennio in cui i gay dovevano lottare quotidianamente contro il pregiudizio negativo dovuto in larga parte all’epidemia di AIDS. Siamo dunque in presenza di un romanzo che oggi potrebbe risultare sciatto o anonimo per i temi che tratta, ma che invece possiede uno spessore non indifferente: a metà degli anni Ottanta, Chabon ha affrontato il tema dell’omosessualità e lo ha fatto a suo modo; con quella morbidezza e quel calore che gli permettono di raccontare e di dare forma a qualsiasi cosa. Chabon è un prestigiatore delle parole, un funambolo alla costante ricerca dell’aggettivo ad effetto, della metafora perfetta.
I misteri di Pittsburgh, che nel tempo si è ritagliato un posticino all’interno di quel genere chiamato “letteratura gay”, è però anche tanto altro: un coming of age in cui lo scrittore riesce, attraverso le vicende del suo protagonista, a raccontare le incertezze e i timori classici di quell’età tanto delicata. Narra in maniera più sussurrata l’importanza delle scelte che si fanno intorno ai vent’anni e della facilità di smarrimento. In questo senso i quattro personaggi possono essere intesi come quattro lati di una stessa persona che, sul punto di fare il suo ingresso nel mondo dei grandi, sta finendo di plasmarsi in maniera non del tutto reversibile.

domenica 14 maggio 2017

Top 7 - I migliori caper movie



Avete presente il caper movie? No? Bene, eccovi una semplice definizione.
Appigliandoci a Wikipedia, possiamo dire che caper movie è quel film, rientrante nel genere thriller che racconta storie in cui un gruppo di individui (ma anche un singolo personaggio) organizza in maniera accurata e mette in atto un grande furto (gioielli, opere d’arte, soldi). In questa definizione rientrano centinaia di film; d’altronde il genere thriller ha dimensioni oceaniche. Il caper movie inteso dai noi dell’Ignorante, però, è quello che fonde elementi propri della commedia a quelli classici dell’action. Secondo noi il caper movie deve avere un tono leggero, che rende il tutto meno serioso. Ecco spiegate illustri esclusioni quali Le iene di Tarantino, Heat – La sfida di Michael Mann e Inside Man di Spike Lee (tra l’altro tutti eccellenti film). Ok, possiamo cominciare.



7 – 7 uomini d’oro (1965) di Marco Vicario.  Sorpresa si piazza in classifica questo film italiano, sconosciuto ai più, che abbiamo preferito ai noti Operazione san Gennaro e I soliti ignoti. 7 uomini d’oro è la storia di un’esperta banda internazionale di ladri che tenta il colpo del secolo: rubare, ad una banca di Ginevra, sette tonnellate d’oro. Grande ritmo e colpi di scena in sequenza. Film avanti vent’anni per gli standard del tempo.

6 - 40 carati (2011) di Asger Leth. Nick Cassidy è un ex poliziotto di New York evaso dalla prigione in cui scontava una lunga pena per aver rubato e poi rivenduto un diamante appartenente a un potente e avido uomo d'affari. Ora Nick si trova sul cornicione di una stanza di uno dei piani più alti del Roosevelt Hotel e minaccia di buttarsi giù. Paralizzato il traffico e attirata l'attenzione dei media Nick, che ha fornito false generalità, in realtà orchestra tramite auricolare un furto in piena regola nel palazzo di fronte. Gran bella idea, adrenalina sempre alta e ottimo cast per questo film uscito in sordina qui da noi.

5 – Entrapment (1999) di Jon Amiel. Sean Connery è un anziano scassinatore, che diventa socio di una giovane ladra che ha rubato un Rembrandt superando un complicato sistema di allarme. Non tutto però è come sembra e tra  colpi di scena e doppi giochi i due realizzeranno un'operazione da miliardi di dollari. Entrapment è un piccolo cult che annualmente Rete 4 si diverte a passare in prima o seconda serata. Per noi dell’Ignorante è un appuntamento fisso, ciononostante stiamo ancora cercando qualcuno che ci possa spiegare il finale.
4 – Now You See Me – I maghi del crimine (2013) di Louis Leterrier. Daniel Atlas è un mago delle carte, Merritt McKinney è un ipnotista, Henley Reeves pratica l'escapologia, Jack Wilder è un mago di strada. Sconosciuti, o quasi, l'uno all'altro ricevono una carta dei Tarocchi che li identifica e li invita all'appuntamento della vita. Un anno dopo da un palcoscenico di Las Vegas i Quattro Cavalieri rapinano una banca a Parigi e ricompensano l'entusiasmo del pubblico con una pioggia di banconote. Spetterà all'agente speciale Dylan Hobbs e alla collega francese dell'Interpol, Alma Dray, scovare il trucco, eludendo l'abile inganno dei cavalieri. Now You See Me prende la magia (intesa come prestidigitazione) e la mette al servizio della truffa sofisticata. Ne esce fuori un buonissimo film, i cui incassi ne hanno fatto il primo capitolo di un franchise. Peccato che il sequel sia stato una delusione.
3 – La stangata (1973) di George Roy Hill. Negli anni Trenta due abili imbroglioni riescono, con una partita a poker truccata e con una girandola di trovate esilaranti, a truffare una grossa somma di danaro a un terribile gangster di Chicago. La truffa colossale è anche e soprattutto l'occasione per vendicare una morte di un comune amico. Cult assoluto, La stangata è uno dei film su cui il filone si fonda. Non c’è molto da aggiungere: vi consigliamo di ascoltare il motivetto principale del film.
2 – The Italian Job (2003) di F. Gary Gray. Charlie Croker e la sua banda hanno messo a segno un colpo miliardario sottraendo lingotti d'oro da un palazzo veneziano. Ma qualcuno all'interno del gruppo ha deciso di tenersi tutto per sè, non esitando a eliminare il vecchio John, padre spirituale del gruppo, pur di mettere le mani sul malloppo. Urge vendetta: e quale vendetta migliore che riappropriarsi del maltolto, inscenando il più gigantesco ingorgo della storia per poter scappare indisturbati o quasi a bordo di tre Mini? Possiamo dire che The Italian Job ha rilanciato l’immagine della Mini a livello mondiale. Questo perché il film è bello e supera (almeno secondo noi) l’originale Un colpo all’italiana di Peter Collison del 1969.
1 – Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco (2001) di Steven Soderbergh. L'incasso di tre casinò di Las Vegas converge in un unico caveau. Si tratta, nell'occasione, di 163 milioni di dollari. È a questi che mira Ocean (George Clooney), uscito di prigione. Organizza il colpo insieme a un suo amico (Brad Pitt). Vengono reclutati specialisti in ogni campo, i più bravi. I Casinò appartengono a un unico proprietario, un certo Tony Benedict (Andy Garcia), spietato, crudele e furbo quasi quanto loro. Ocean’s Eleven è il remake di Colpo grosso, film in cui recitava il Rat Pack al gran completo (Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr. e gli altri) e riesce nell’impresa di creare una sorta di nuovo clan di iper star: George Clooney, Brad Pitt, Matta Damon, Julia Roberts, Casey Affleck e Andy Garcia (ma anche Don Cheadle, Bernie Mac, Elliott Gould e Scott Caan) sono i protagonisti di questo confronto che vince alla grande il confronto storico con i mostri sacri del passato.