Mitch (Billy Crystal), Phil
(Daniel Stern) e Ed (Bruno Kirby) sono amici da sempre. Ormai sulla quarantina,
i tre vivono un momento di crisi dovuta a un’incapacità di autorealizzazione che
non riescono a superare. Dopo una pessima esperienza in Spagna, i tre cercano
la svolta nelle loro vite decidendo di trascorrere due settimane nel selvaggio
west per imparare a comportarsi come veri cowboys e gestire una mandria di
mucche.
Scappo dalla città – La vita, l’amore e le
vacche, diretto da Ron Underwood, è
stato un grande successo di pubblico della stagione 1991, uno degli ultimi
colpi di coda della commedia americana tipicamente anni Ottanta. Billy Crystal,
nel pieno della sua carriera dopo il successo di Harry ti presento Sally, è uno dei tre protagonisti della pellicola
che segue le vicende di tre amici senza voler evidenziare a tutti i costi l’importanza
dell’amicizia, tema sicuramente presente, ma che rimane sullo sfondo.
Scappo dalla città vuole essere, prima di tutto, un’indagine,
seppur stereotipata, sull’uomo perennemente immaturo e costantemente alla
scoperta di se stesso. In uno scenario bucolico lontanissimo dalla frenesia
della metropoli, i protagonisti riscoprono come può essere semplice la vita
umana, l’importanza delle relazioni sociali e dei valori. Il moderno west
proposto dal film di Underwood, rientrando pienamente nei canoni della
commedia, strizza l’occhio a pietre miliari del cinema western americano, citando
qua e là Balla coi lupi, Fiume rosso e Sentieri selvaggi, e trova nella figura di Jack Palance, il vecchio
gestore del ranch Cattle Drive, il
ponte di collegamento tra un passato hollywoodiano bagnato di nostalgia e un
presente cinematografico, industria dell’entertainment regolata dalle semplici leggi
del mercato.
In un pastiche in cui Underwood, pur senza uno stile personale, si
diverte a mescolare i generi classici americani, il pubblico scopre il piacere della
vita agreste, un’alternativa alla routine domestica che negli anni successivi
il mercato ha saputo trasformare in nuova frontiera turistica. Da stile di vita
alternativo, il viaggio come mezzo spirituale per comprendere se stessi si è di
fatto industrializzato, trasformando il Cattle
Drive (ma volendo vedere anche l’isoletta greca mostrata da Salvatores in Mediterraneo), in cattedrali per turisti
che non scappano da nulla, ma cercano solo un banale relax.