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martedì 9 maggio 2017

Film - Nocturama (2016) di Bertrand Bonello



Parigi, giorni nostri. Un gruppo di giovani si muove in maniera rapida e precisa tra la metropolitana e le strade della città. Tra di loro non ci sono dialoghi, ma l’intesa è evidente: si scambiano borse, pacchetti, messaggi cifrati via telefono. Il loro piano è quello di spargere bombe in vari punti della città e portare il terrore nelle case delle persone. Dopo un’elaborata pianificazione e preparazione, l’attentato riesce e mentre in città il panico dilaga, i ragazzi confluiscono in un grande magazzino. Durante la notte di attesa dentro il centro commerciale il piacere e l’esaltazione per la missione riuscita si trasformeranno in un’inesorabile paura di morire.
Nocturama è un film 2016 diretto da Bertrand Bonello ed è spaventosamente attuale per la storia che racconta. Una Parigi messa in ginocchio da bombe ed esplosioni non può non richiamare i tristi eventi del Bataclan del novembre del 2015. Il film di Bonello però vuole fuggire da questo tipo di lettura, tutto sommato facile: i giovani attentatori, in uno dei pochissimi dialoghi del film, giustificano le proprie azioni come l’unica soluzione che può uccidere la civiltà occidentale e capitalista, colpevole di annichilire e di alienare l’essere umano. Non c’è dunque alcun intento di denuncia del degrado delle banlieue parigine e francesi, della forma di ghettizzazione a cui sono costretti gli immigrati. Bonello piuttosto cerca di non politicizzare la violenza che mette in scena. Una violenza che nasce da una forte situazione di disagio e da una forma di paranoia, psicosi che si impossessa dei protagonisti che in tutti i modi vogliono mettere in ginocchio la società consumista.  
Non a caso i ragazzi si ritrovano in un grande magazzino: il centro commerciale,  luogo che riduce le persone in corpi senz’anima spinti solo da un alienante imperativo consumistico, in Nocturama è lo scenario in cui si palesa il vuoto dei ragazzi. Un vuoto e una mancanza che vengono colmati proprio da ciò che gli attentatori volevano contestare. Nella snervante attesa, infatti, i ragazzi si ritrovano, in maniera inconsapevole e innocente a intrattenersi con la merce esposta sugli scaffali e nelle vetrine. Secondo Bonello, insomma, la società è infetta, malata e, pur essendone consapevole, l’uomo non può liberarla dalle catene della macchina consumista.