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domenica 9 aprile 2017

Top 7 - Sette libri per viaggiare senza uscire di casa



“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro”.
Questo pensiero di Umberto Eco racchiude un po’ il senso della top 7 di questa settimana: ci sono luoghi, paesi e culture distanti migliaia di chilometri (e di euro) da noi. La letteratura, oltre che mezzo per rivivere la storia e viaggiare nel tempo, è anche uno strumento low cost che permette di teletrasportarsi e rimbalzare da una parte all’altra del pianeta. Abbiamo così pensato di scegliere sette libri che soprattutto nell’ambientazione riescono a far viaggiare con la mente il lettore
7 – Strade blu di William Least Heat-Moon. Strade blu è la vera storia dello scrittore che, rimasto senza lavoro, decide di mettersi sulla strada e di girare in lungo e in largo gli Stati Uniti evitando volontariamente le grandi città. Missouri, North e South Carolina, Texas, Washington, Montana e New England sono attraversati dallo scrittore a bordo di uno scalcagnato camper. Consigliato a chi è attratto dall’America più periferica e per certi aspetti più vera.
6 – Musica rock da Vittula di Mikael Niemi. Com’è nascere e crescere nell’estremo nord della Svezia in un paesino che non compare nemmeno sulle carte geografiche? Prova a raccontarlo Mikael Niemi in un romanzo semi autobiografico. A Vittula, quartiere di Pajala, città di 2000 abitanti oltre il circolo polare artico, la vita è ovviamente noiosa. Matti, il protagonista alter ego dello scrittore, troverà comunque il modo di misurarsi con la cultura pop, le risse giovanili e il sesso opposto. Ovviamente consigliato a chi si sente vichingo dentro.
5 – Australian Cargo di Alex Roggero. Alex Roggero è un fotografo esperto nei reportage di viaggio. Australian Cargo racconta della traversata del continente australiano a bordo dell’Indian-Pacific, treno leggendario che collega i due oceani. Ma Australian Cargo racconta anche l’attraversamento del Queensland in automobile e poi del viaggio in nave mercantile da Sydney a La Spezia. Consigliato a chi ama la terra dei canguri e a chi proprio non riesce a stare fermo.
4 – Nelle foreste siberiane di Sylvain Tesson. Lo scrittore e saggista Sylvain Tesson decide di abbandonare Parigi, città in cui vive, per trasferirsi sei mesi, da febbraio a luglio, in una capanna nelle foreste siberiane sul lago Bajkal, a 120 chilometri dal paese più vicino. Il soggiorno è programmato nei dettagli: la mattina legge, fuma e scrive; il pomeriggio lavora per cercare di sopravvivere. Consigliato a chi ama le camicie di flanella e la solitudine.
3 – Reykjavik 101 di Hallgrìmur Helgason. Reykjavik, metà anni Novanta. Hlinur ha passato i trenta da un pezzo. È disoccupato e scapolo. Vive con la madre e trascorre le sue giornate guardando tv spazzatura e video porno. Poi un giorno arriva Lolla, l’amante omosessuale della madre, e la sua vita cambia. Consigliato a chi ama Peter Pan e ovviamente l’Islanda.
2 – Shantaram di Gregory David Roberts. Gregory è fuggito da un carcere australiano ed è riuscito a giungere a Bombay in India. Lì riuscirà ad allestire un ospedale, farà affari a Bollywood, stringerà amicizie pericolose con la mafia indiana e partirà per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan. Shantaram è l’incredibile storia vera dello scrittore. Un capolavoro di più di 1000 pagine di un’intensità sconvolgente. Consigliato a chi ama l’India e le seconde opportunità.
1 – Sulla strada di Jack Kerouac. Sal Paradise, aspirante scrittore, incontra Dean Moriarty, ragazzo dell’Ovest. Insieme i due cominceranno una serie di viaggi da est a ovest per gli Stati Uniti e poi per il Messico alla costante ricerca di esperienze nuove, di una vita intensa a ritmo di jazz. Sulla strada è un romanzo-manifesto della generazione beat, generazione apertamente contro l’imposizione di regole e contro il materialismo. Sulla strada è un romanzo che va letto e stop. È un romanzo che noi dell’Ignorante consigliamo a chiunque.

domenica 2 aprile 2017

Top 7 - I migliori puzzle movie



La Top 7 di questa settimana la vogliamo dedicare ai puzzle movie, categoria di film che necessita di una definizione. Definiamo puzzle movie o film rompicapo quelle pellicole dalle trame estremamente contorte, dai finali più che enigmatici e che molto spesso richiedono ripetute visioni per cogliere a fondo il significato anche più superficiale. Se riusciti, sono film tremendamente accattivanti, in grado di esaltare le doti del regista, dello sceneggiatore e degli attori. Oggi re indiscusso in questa categoria  è certamente Christopher Nolan, che nei suoi film si diverte sempre a far impazzire il suo pubblico (oltre che i suoi personaggi).
Non ci stancheremo mai di dire che è una classifica che per forza di cose esclude diversi ottimi film. Scegliere sette prodotti non è mai facile.
7 – L’uomo senza sonno (2004) di Brad Anderson. L’operaio di fabbrica Trevor non riesce a dormire per un imprecisato shock e l’insonnia comincia a impossessarsi di lui. Allucinazioni, paranoia e immaginazione lo porteranno vicino alla pazzia. Probabilmente siamo di fronte al miglior Christian Bale, pallido e scheletrico con 25 chili in meno. Da urlo.
6 – Mulholland Drive (2000) di David Lynch. Probabilmente è già stato detto tutto su questo capolavoro che qui all’Ignorante non abbiamo ancora compreso a fondo. Anche per questo Mulholland Drive si trova “solo” al sesto posto della nostra graduatoria. Rita è una mora in stato di amnesia sopravvissuta a un incidente stradale. Betty è una bionda che cerca di accudirla cercando di farle tornare la memoria. Tra i due c’è pure un certo feeling sessuale, ma ovviamente niente è come sembra. Film da scervellarsi.
5 – Source Code (2011) di Duncan Jones. Colter Stevens, pilota di aerei e veterano di guerra, si risveglia su un treno di fronte a una bella donna che lo conosce. Lui però non ricorda nulla. Poi c’è un’esplosione e il treno sparisce. Colter però non è morto: una donna lo informa che dovrà ritornare sul treno per evitare un attentato più grosso. Ogni volta avrà 8 minuti di tempo. Il figlio di David Bowie si diverte a giocare con i loop temporali… e a strapazzare lo spettatore.
4 – Inception (2010) di Christopher Nolan. Dom Cobb è un uomo in grado di inserirsi nei sogni delle persone ed estrapolarne i contenuti. Viene contattato da Saito, un industriale, che gli chiede di fare la cosa opposta. Cercare di inserirsi nei sogni per instillare pensieri e ricordi. Mondo dei sogni, memoria, psiche e Christopher Nolan sono la ricetta perfetta per un ottimo puzzle movie. Il film è di qualche anno fa, ma sul finale la discussione è ancora aperta.
3 – Shutter Island (2010) di Martin Scorsese. Nel 1954 Teddy Daniels e Chuck Aule, due agenti federali vengono inviati a Shutter Island per investigare sulla scomparsa di una pericolosa infanticida residente presso un istituto per malati di mente. Fin da subito l’indagine sembra complicata e Daniels, che comincia a sospettare del dottor Crawley, l’uomo a capo dell’ospedale, inizia a essere vittima di visioni della moglie defunta e della sua esperienza come soldato in guerra. Shutter Island è un tunnel mentale di ottima fattura; Scorsese è sicuramente una garanzia.
2 – Predestination (2014) di Michael e Peter Spierig. Ecco il film che non ti aspetti, un piccolo gioiello passato troppo alla svelta in Italia. Un agente utilizza i viaggi nel tempo per dare la caccia a un terrorista. I molti viaggi che compie lo portano a incontrare molte persone che riesce a reclutare nella sua crociata, ma soprattutto lo conducono a uno stato di estrema confusione. Come una mente umana possa concepire una trama così contorta e incastrata alla perfezione dovrebbe essere argomento di studio nelle più elevate università del globo. Film strabiliante.
1 – Memento (2000) di Christopher Nolan. Un giovane e semi sconosciuto Nolan riesce a scrivere e dirigere un capolavoro, un cult coi fiocchi che si merita la prima piazza nella nostra top 7. Leonard Shelby è affetto da una particolare forma di amnesia, che lascia intatti i vecchi ricordi ma distrugge la memoria a breve termine. Attraverso un'affannosa ricerca compiuta per mezzo di post-it e tatuaggi, Shelby cerca l'assassino della moglie, l'ultimo ricordo che "non riesce a ricordare di dimenticare", in una labirintica realtà continuamente azzerata e in cui non si può mai pronunciare l'ultima parola. A vincere in Memento, però è il montaggio: fabula e intreccio vengono presi a pugni dal regista che scherza con la linearità temporale e anche con la sanità mentale del pubblico. Capolavoro assoluto.

domenica 26 marzo 2017

Top 7 - I migliori romanzi su New York



Molte volte capita di scegliere un libro più per gli ambienti e gli scenari che descrive che per la vicenda raccontata. È un piacevole modo di viaggiare stando comodamente seduti in poltrona. Da sempre ci sono luoghi magici che la letteratura ha saputo raccontare ricoprendo di fascino intere città o paesi. New York è probabilmente la città che più di tutte è stata raccontata e mitizzata. È una metropoli unica; al mondo non esiste città che possa essere paragonata alla Grande Mela. No, nemmeno Londra.
Ecco allora che noi dell’Ignorante abbiamo voluto elencare quei romanzi che per noi raccontano meglio cosa è New York (e cosa è stata). Come sempre ci scusiamo per eventuali esclusioni; si sa, le classifiche lasciano il tempo che trovano, sono solo di passatempi e nulla più.
7 – New York di Edward Rutherfurd. New York è semplicemente una bibbia. Un volume di circa mille pagine che racconta la nascita e lo sviluppo della città dal Seicento a oggi attraverso le vicende della famiglia Master. Un affresco eccezionale per dimensioni e per accuratezza storica.
6 – Darling Days di iO Tillett Wright. Darling Days nasce come diario autobiografico dell’autore/autrice. iO Tillett Wright racconta di come a sei anni decide, in accordo con gli strambi genitori, di far credere a tutti di essere un maschio. È uno scherzo che dura fino ai 14 anni quando iO decide di rivelarsi come donna. Darling Days, che racconta la vita di iO (che oggi si considera uomo) è un inno sincero alla libertà, ma anche il racconto di cos’era il Lower East Side di Manhattan negli anni Ottanta. Un esotico quartiere popolato da tossici e alcolizzati, senzatetto e delinquenti, ma anche scrittori e musicisti, artisti di strada e bohémien. Un quartiere che è stato completamente ripulito negli anni Novanta dall’amministrazione del sindaco Giuliani.
5 – American Psycho di Bret Easton Ellis. American Psycho (che è anche un celebre film con Christian Bale) racconta la storia di Patrick Bateman, giovane belloccio che lavora a Wall Street. Patrick accompagna il lettore nei locali più alla moda e nelle boutique più esclusive della Grande Mela a cui alterna però nottate in cui si trasforma in un assassino freddo e metodico. American Psycho è un geniale romanzo che ha il merito di rappresentare il lato più glamour della metropoli e contemporaneamente mostrare tutte le contraddizioni degli anni Ottanta, decennio in cui la vicenda è ambientata.
4 – L’uomo che cade di Don DeLillo. 11 settembre 2001. Keith Neudecker riesce ad uscire dalla Torre nord del World Trade Center prima che questa crolli. Sporco di polvere, cenere e sangue, Keith decide di tornare dalla moglie Lianne e dal figlio Justin che aveva abbandonato un anno prima. Ma L’uomo che cade è anche la storia di Hammad e dei suoi 18 compagni nella lunga e metodica preparazione dell’attentato. Con L’uomo che cade Don DeLillo riesce a rappresentare il trauma e le inquietudini del mondo occidentale messo in ginocchio da una tragedia senza precedenti.
3 – Ultima fermata Brooklyn di Hubert Selby Jr. Hubert Selby Jr. descrive la violenza dilagante nella Brooklyn degli anni Cinquanta e Sessanta. Un mondo fatto di delinquenti e prostitute, di immigrati e criminali. Selby racconta il suo mondo con una prosa spontanea, un flusso di coscienza brutale che influenzerà, fra gli altri,  i testi di Lou Reed. Una lettura difficile e cruda.
2 – Questo bacio vada al mondo intero di Colum McCann. Un mattino dell’estate del 1974, un anonimo ragazzo cammina su una fune di metallo tesa fra le Torri Gemelle. È Philippe Petit, l’uomo che ha ispirato il recente The Walk di Robert Zemeckis. McCann parte da questo avvenimento per raccontare e intrecciare le vite dei suoi personaggi: un monaco di strada che predica fra le prostitute, una delle quali divide il marciapiede con la madre; un tecnico telefonico, una madre in lutto e una nonna che non si arrende mai. Sfondo della vicenda, ovviamente, la città di New York.
1 – Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay di Michael Chabon. Josef Kavalier è un giovane ebreo che è riuscito a fuggire rocambolescamente da Praga ed è giunto a New York. A Brooklyn ha incontrato Sammy Cly che da subito è diventato suo inseparabile amico. Insieme i due danno vita all’Escapista, eroe dei fumetti e maestro della fuga. La seconda guerra mondiale però è pronta a spazzare via tutto. Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay è un libro perfetto. Perfetto per come mescola gli orrori della guerra, il sogno americano, l’esplosione dei fumetti, delle riviste e della cultura pop. Perfetto per come intreccia storia e finzione. Chabon ha davvero scritto un romanzo immortale.

domenica 19 marzo 2017

Top 7 - I migliori horror italiani



C’era un tempo felice in cui il cinema italiano si cimentava con destrezza e ingenuità in imitazioni a costi ovviamente ridotti dei vari capolavori che l’industria americana propinava a tutto il mondo. C’era un tempo in cui agenti segreti, vampiri, supereroi, soldati e zombie sguazzavano sui set di Cinecittà, la nostra Hollywood sul Tevere.
C’era un tempo, prima che le tv private si portassero via tutto, in cui l’Italia sfornava film horror di pregevole fattura, che riuscivano a distaccarsi per inventiva dagli originali americani. Noi dell’Ignorante vogliamo, un po’ nostalgicamente, tornare a quella magica stagione di cinema riscoprendo quelli che per noi rimangono i sette gioielli più preziosi del cinema di paura del nostro Paese.
7 – I corpi presentano tracce di violenza carnale (1973) di Sergio Martino. Titolone! Conosciuto all’estero anche come Torso, il film di Sergio Martino è un ottimo esempio di giallo italiano, in cui detective story, ma soprattutto orrore ed erotismo si fondono in un mix di sadismo e violenza. Per gli esperti è un must, per tutti gli altri è da riscoprire.
6 – I tre volti della paura (1963) di Mario Bava. Mario Bava è un po’ il padre simbolico dell’horror italiano e con I tre volti della paura Bava costruisce un film a episodi chiamando in causa addirittura il celebre Boris Karloff. I tre volti della paura è un finissimo esempio di horror gotico italiano, apprezzatissimo anche all’estero, soprattutto da Tarantino.
5 – Non si sevizia un paperino (1972) di Lucio Fulci. Fulci è sicuramente noto in tutto il mondo per le sue pellicole iper splatter tra gli anni Settanta e Ottanta, capolavori come Zombi 2 e Paura nella città dei morti viventi. Noi dell’Ignorante, però, preferiamo ricordarlo con questo morboso giallo ambientato in un paesino retrogrado del sud Italia. Non si sevizia un paperino è veramente un film inquietante e disturbante in certe sue scene. C’è proprio tutto: repressione religiosa, sessualità, pedofilia, e ovviamente violenza e sadismo.
4 – Cannibal Ferox  (1981) di Umberto Lenzi. Il cannibal movie è un filone del cinema horror prettamente italiano. Senza dilungarci in inutili approfondimenti, vi citiamo le due scene cult: l’evirazione e lo scoperchiamento della calotta cranica di John Morghen, alias Giovanni Lombardo Radice, e la morte di Zora Kerowa appesa per le mammelle e infilzata con degli uncini. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
3 – Reazione a catena (1971) di Mario Bava. Assieme a Sei donne per l’assassino, probabilmente è il film che più di tutti ha contribuito alla nascita e allo sviluppo dello slasher movie hollywoodiano. La saga di Venerdì 13 e quella di Halloween nascono soprattutto dalla violenza di Reazione a catena. Il film di Bava è la messa in scena e l’esasperazione della cattiveria dell’uomo, palesata con un body count invidiabile.
2 – Sei donne per l’assassino (1964) di Mario Bava. È il film che segna un prima e un dopo nel cinema di genere italiano. L’assassino dal volto coperto e vestito di pelle nera, capace di delitti efferatissimi nasce proprio qui. In Sei donne per l’assassino ogni omicidio diventa una performance d’autore sempre diversa per modalità. Da ricordare l’omicidio per ustione di Mary Arden, e  quello di Claude Dantes nella vasca da bagno. Stiamo parlando di un capolavoro.
1 – Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato. “Cosa cazzo ho appena visto?” potrebbe essere un’ottima recensione per questo film che veramente lascia senza parole. Si è detto proprio di tutto su Cannibal Holocaust; noi, un po’ banalmente, vi segnaliamo il tema principale scritto da Riz Ortolani e la celeberrima scena dell’impalamento dell’indigena. Un capolavoro unico per il modo con cui riesce a mostrare la violenza umana. Pazzesco, film così non ne fanno più.