
Gli scritti di Wendell Berry,
narrativa e saggistica, portati in Italia dalle edizioni Lindau e dalle
traduzioni di Vincenzo Perna risentono in maniera spontanea e naturale di
questo tipo di background.
La memoria di Old Jack, quarto
romanzo tradotto in italiano, ma terzo lavoro dello scrittore datato 1974
racconta l’esistenza di Jack Beechum, uomo novantaduenne, un tempo agricoltore
e persona tutta d’un pezzo e ora confinato all’hotel del paese sempre più
prossimo alla morte. Il vecchio Jack, sentendosi vicino alla fine, lascia
riaffiorare i ricordi, un flusso continuo che ripercorre le tappe più
significative della sua esistenza e dell’esistenza di tutta la comunità di Port
William, villaggio rurale, vero protagonista di tutti i romanzi e di tutti i
racconti di Wendell Berry.
Lo scrittore, allo stesso modo di
Steinbeck e del John Williams di Stoner riesce a raccontare un’America lontana
dalle metropoli frenetiche, tratteggiando personaggi di nitidissima umanità e
sincerità.
L’armonia della comunità, il
rispetto dei valori tradizionali quali lavoro e famiglia, l’amore per la
propria terra e le proprie origini sono tutte caratteristiche che rendono Berry
il più riconoscibile scrittore rurale, ma che in La memoria di Old Jack
lasciano spazio al valore della storia narrata da chi l’ha vissuta, il ricordo
che diventa fonte, la memoria personale che si fa collettiva.
È quando tutte le forze stanno
per abbandonare l’uomo che sulla forza (lavorativa s’intende) vi ha costruito la
propria vita, che la memoria permette a Jack di mantenere intatta la propria dignità
e la propria autorità costruita e cementata negli anni con il culto del lavoro,
con il sudore della fronte e con un’umiltà di fondo rispettata e riconosciuta
dalla comunità.