giovedì 1 dicembre 2016

Film - All the Way (2016) di Jay Roach



Alla morte di John Fitzgerald Kennedy, nel 1963, Lyndon B. Johnson presta giuramento e diventa presidente degli Stati Uniti, con l’obiettivo di concludere il mandato del suo predecessore. A 11 mesi dalle elezioni Johnson si trova ad affrontare il problema dei diritti civili e l’inizio dei combattimenti in Vietnam, progettando nel frattempo di ricandidarsi alle elezioni del 1964.
A parte i costosi kolossal imburrati di virtuosistici effetti speciali, c’è un tipo di cinema sconosciuto (eccezioni a parte) all’ambiente italiano e che appartiene quasi totalmente ai canoni hollywoodiani. È il cinema politico storico e biografico, mezzo eccezionale di ricostruzione, rivisitazione e soprattutto di riflessione sul passato e, non di meno, sul presente. All the Way, film della HBO è esattamente questo e garantisce finalmente un ruolo da protagonista al presidente Lyndon B. Johnson, figura di comparsa in diversi recentissimi film come Selma – La strada per la libertà, Jackie, J. Edgar e Parkland.
Il popolo americano è probabilmente il più patriottico nel panorama occidentale, eppure il suo cinema ha la capacità di bastonare i suoi personaggi chiave sempre evidenziando i piccoli difetti e le debolezze; Oliver Stone ne sa qualcosa. Il presidente Johnson, Martin Luther King e J. Edgar Hoover sono rappresentati in tutta la loro umanità fatta di gelosie, interessi e valori, sempre determinati, questi, da una mera battaglia relazionale in cui ognuno vuole emergere e prevalere.
In All the Way, film per la tv senza alcuna pretesa artistica, oltre all’impeccabilità della ricostruzione storica, emerge proprio l’opportunismo dell’uomo, leva su cui bisognerebbe appoggiarsi per riflettere sulle condizioni del nostro vituperato presente.

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