Viola e Daisy (Angela e Marianna
Fontana) sono due gemelle siamesi che vivono nella parte più degradata della
provincia napoletana. Lavorano come cantanti neomelodiche alle feste, ai
matrimoni, alle sagre e grazie al loro talento riescono a mantenere tutta la famiglia,
che sfrutta le sorelle come veri fenomeni da baraccone.
Un giorno, però, le gemelle
scoprono che c’è la possibilità di un intervento chirurgico con il quale le due
possano separarsi e soprattutto garantirsi
una vita normale. La famiglia però, spaventata dalla possibile perdita dell’unica
fonte di guadagno, si oppone all’operazione, condannando Daisy e Viola a
rimanere unite.
Viola e Daisy, fenomeni da circo
sfruttati dalla famiglia per campare, per la loro bellezza e pura ingenuità
ribaltano il concetto di freaks à la
Browning: in Indivisibili, i veri
soggetti bizzarri, dalla mentalità deforme sono gli sfruttatori delle gemelle, preti
che le usano in rituali sciamanici e discografici interessati alla loro condizione
di diversità piuttosto che alla voce.
Indivisibili è una storia surreale, un racconto in bilico
fra il fantastico e l’orrorifico che De Angelis ha il merito di calare in un
contesto purtroppo noto e reale: la periferia napoletana ripresa dal regista è
fatta di caseggiati degradati, spiagge sporche e barche in secca. Una bruttezza
del paesaggio che, almeno per una volta, abbandona la solita situazione di
criminalità cui il cinema ci ha abituato, ma che comunque sottolinea un territorio
disagiato abitato da persone piccole e ignoranti, più adatte a sfruttare che ad
amare. De Angelis, concedendosi anche fini citazioni (La donna di scimmia di Marco Ferreri, ad esempio), riesce ad
amalgamare fra loro la superstizione popolare, la sceneggiata e il conflitto sociale,
e a inserirli all’interno di un mondo realissimo in cui Viola e Daisy sono il
simbolo dell’innocenza e dell’esistenza grottesca impostagli da un uomo in preda
a una becera volgarità morale che De Angelis ha il genio di rappresentare fin
dall’inizio del film in una brevissima scena: sdraiate a letto, ovviamente unite,
una delle due è costretta a masturbarsi in presenza dell’altra.