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sabato 11 febbraio 2017

Film - Operazione Avalanche (2016) di Matt Johnson



Nel 1967, in piena Guerra Fredda, la corsa agli armamenti e allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica è spietata. In questo clima, la CIA sospetta all’interno della NASA la presenza di una talpa che voglia sabotare il programma Apollo. Decide così di infiltrare due agenti spacciandoli per registi intenti a riprendere e documentare la preparazione del viaggio spaziale. I due, però, si ritroveranno al centro di una cospirazione governativa dalle dimensioni epocali.
L’operazione Avalanche che dà il titolo al film sarebbe, secondo i sostenitori della teoria del complotto che mette in dubbio l’allunaggio del 1969, l’operazione con cui la CIA, coadiuvata dalla NASA, mise in scena un fittizio allunaggio ricostruito ad arte in un hangar su suolo americano grazie anche all’aiuto di Stanley Kubrick, impegnato proprio in quel periodo nelle riprese di 2001: Odissea nello spazio.
È una teoria suggestiva, quasi romantica per la portata dell’imbroglio e per l’importanza storica dell’evento e dei personaggi che vi sono coinvolti. Proprio per la sua assurdità, rimane tutt’oggi una delle leggende metropolitane più chiamate in causa quando si tratta di complottismo e cospirazionismo. E proprio da qui pare sia partito il regista, e anche protagonista del film, Matt Johnson per realizzare Operazione Avalanche.
A più di 45 anni dall’accaduto era necessaria un’intuizione che restituisse interesse e freschezza a un tema peraltro già trattato in Capricorn One del 1978. Johnson centra l’obiettivo realizzando un perfetto faked footage movie intersecando e confondendo sequenze autentiche, come quelle in cui compaiono JFK e Kubrick, e sequenze opportunamente costruite, rendendo la finzione credibile al pari della realtà stessa, proprio perché si appropria di quegli elementi diegetici che per convenzione riflettono le caratteristiche estetiche della realtà al cinema. Operazione Avalanche, girato in finto Super 8, su una pellicola rigata e rovinata, e mostrato in 4:3, pare essere uno scottante documento d’archivio ritrovato nei corridoi più segreti dei palazzi governativi; una reliquia che vuole farsi passare come gioiello storico, ma che risulta invece essere un buon esempio di cinema d’intrattenimento.