Martino Bux
ha 18 anni e in libera uscita durante la visita di leva entra in un cinema a
luci rosse. È per lui una rivelazione folgorante: donne irraggiungibili sono
lì, a poca distanza da lui, a farsi ammirare, scrutare, adorare; Martino può
guardare senza essere visto; scopre i copri nudi, l’attrazione, il piacere.
Ma questo
innocente approccio alla pornografia, il Bar Mitzvah che prima o poi tocca ogni
adolescente, si trasforma ben presto in un’autentica ossessione. Martino entra
in una spirale di vera dipendenza, una compulsione che lo porta ad allontanarsi
dalla famiglia, ad abbandonare gli studi e all’impossibilità di instaurare vere
e proprie relazioni d’amicizia, d’affetto, di lavoro.
In una Roma
sporca e grigia, in cui non c’è spazio per i suoi monumenti e la sua storia,
Martino passa da un monolocale all’altro, cambia lavoro a ripetizione sempre
alla costante ricerca del piacere, della trasgressione e della perversione e
sempre all’insegna di un’innocenza e di quel candore che dà il titolo al
romanzo, che stonano nei club a luci rosse, nei club di scambisti e nei sexy
shop in cui Martino si rifugia.
Candore è
anche però, la storia della pornografia in Italia dagli anni Ottanta a oggi.
Conosciamo Martino in un cinema a luci rosse, fruitore di VHS di Cicciolina e
Moana e del primo Rocco, icone della nostra cultura popolare, ma troppo spesso
censurate da un senso del pudore condito con forme di moralismo cattolico che
nel 2016 andrebbero pure eliminate. Martino cresce, la tecnologia avanza, arrivano
i DVD, arriva internet. Anche nel porno si creano segmenti di mercato, generi, sottogeneri,
categorie con il proprio star system; tutto alla portata di tutti. E scagli la
prima pietra chi è senza peccato.
Desiati
esplora i tabù più radicati nell’indole umana, ma lo fa sempre con dolcezza,
con la voce di Martino che sì, a volte sembra Fantozzi e a volte assomiglia al
Fassbender di Shame, ma soprattutto è simile a tanti, tantissimi di noi.