Ana (Dakota Johnson) e Christian
(Jamie Dornan) tornati alle rispettive vite alla fine di Cinquanta sfumature di grigio, si rincontrano. Lui cerca di
convincerla a tornare nella propria vita, lei chiede un nuovo accordo, basato
su fiducia e amore. La coppia pare funzionare ma dovrà fare i conti con il
nuovo capo di lei, Jack Hyde (Eric Johnson), e con una misteriosa ragazza appartenente
al passato di Christian.
E.L. James, scrittrice della
trilogia ha venduto, in 52 Paesi, 125 milioni di libri. Numeri che fanno paura
(il dato è davvero preoccupante). Era chiaro che Hollywood non ci avrebbe messo
molto a cogliere il potenziale filmico dei romanzi e infatti nel 2015 Sam
Taylor-Johnson dirige 50 sfumature di
grigio. Il film è un disastro di critica, ma un successone al botteghino: incassa
quasi 570 milioni di dollari e spiana la strada alla realizzazione di Cinquanta sfumature di nero. Questa
volta alla regia c’è James Foley, ma cambia poco. Cinquanta sfumature di nero non ci prova nemmeno a correggere gli
errori del primo capitolo della trilogia (Cinquanta
sfumature di rosso è atteso per il 2018). Il film inizia con un promettente
“stavolta niente regole, niente punizioni
e nessun segreto” che lascia fantasticare lo spettatore. Effettivamente la
promessa viene mantenuta: nel nuovo Cinquanta
sfumature non ci sono segreti, regole e punizioni. Non c’è praticamente
nulla, soprattutto il tanto sponsorizzato erotismo (escludendo i seni nudi di
Dakota Johnson). Cinquanta sfumature di
nero si ripulisce di quella pochissima carnalità e passione che avevano in
qualche modo caratterizzato il primo capitolo. Qua e là cerca di scimmiottare Eyes Wide Shut (il party in maschera) e 9 settimane e ½ (l’inutile presenza di Kim Basinger), ma finisce
per far rimpiangere quegli anni Novanta in cui l’erotismo era veramente
presente nel cinema di Hollywood.
Cinquanta sfumature di nero è un film senza senso che si risolve nei
primi quindici minuti e poi prosegue, per inerzia, sui binari di una commedia
rosa con ambizioni da thriller. Uno spettacolo raccapricciante scandito da
canzonette pop che accompagnano le misuratissime scene di sesso. Per carità ci
troviamo all’interno di una mera operazione commerciale, ma Cinquanta sfumature di nero è veramente
una pellicola ridicola per la totale piattezza psicologica dei personaggi; una
piattezza che non vorremmo vedere trasferita sugli spettatori. Sarebbe
veramente una catastrofe.