L’agente dell’FBI Nate Foster
(Daniel Radcliffe) si infiltra sotto copertura in un gruppo di radicali
neonazisti. Il suo scopo è quello di impedire le iniziative terroristiche degli
estremisti, cercando di mantenere segreta la propria vera identità.
Con Imperium Daniel Radcliffe
continua il percorso di allontanamento dall’ombra ingombrante di Harry Potter
(Imperium è il 13° progetto in cui è impegnato dal 2011, anno dell’ultimo film
della saga del maghetto), e lo fa con il cranio rasato e tatuaggio sul
bicipite. Imperium è ispirato alla vera vicenda di Michael German (anche
co-sceneggiatore del film), agente che ha vissuto per anni sotto copertura in
un gruppo di neonazisti.
Il difetto di Imperium sta nel
fatto che i fatti narrati sembrano svolgersi nel giro di poche settimane (e non
anni come avvenne realmente per German) impedendo, di fatto, la rappresentazione
della solitudine e della crisi interiore attraversata dall’agente Foster,
costretto a combattere i propri ideali per portare a casa la pelle ogni giorno.
In questo senso, il personaggio interpretato da Daniel Radcliffe poteva assomigliare al
Leonardo di Caprio di The Departed, capolavoro di Scorsese, ma coscienza e personalità
dell’agente vengono sacrificate, in quanto il regista Daniel Ragussis (opera
prima per lui) tende a concentrarsi sull’aspetto ideologico e politico della
vicenda, evidenziando il proliferare di diversi movimenti filonazisti e
antisemiti nell’America odierna.
Imperium risulta comunque essere
un film azzeccato perché intercetta un certo tipo di ventata politica che sta
soffiando sia negli Stati Uniti che in Europa in questo 2016 fatto di sangue e
odio.