Cinque amici, tutti sposati e
benestanti, condividono un lussuoso loft che utilizzano per consumare rapporti
sessuali extra-coniugali. Un giorno però i cinque trovano una ragazza
assassinata proprio dentro l’appartamento, che non presenta segni d’effrazione.
Essendo gli unici proprietari delle chiavi, i cinque iniziano a sospettare l’uno
dell’altro.
The Loft, diretto da Erik van
Looy, è un film di poche pretese che cerca di mischiare Dieci piccoli indiani a
I soliti sospetti, in una ricerca disperata del colpo di scena che confonde
solamente lo spettatore.
Le vicende dei vari personaggi,
sono raccontate attraverso continui flashback e salti temporali. Sarebbe anche
una scelta azzeccata, quella di attorcigliare la linea temporale e confondere
il prima con il dopo, ma quello che manca è una sceneggiatura solida, ed è un
peccato perché con 14 milioni di dollari di budget si poteva fare di più.
È inutile ricercare all’interno
del film qualsiasi tematica quanto meno interessante: lo sfruttamento del corpo
femminile, della prostituzione e il tradimento sono dati che lo spettatore
apprende senza poterli sviscerare: non siamo in un film di denuncia sociale;
questo è un thriller a orologeria che non vede l’ora di sorprendere con i suoi
colpi di scena che per quanto sono annunciati finiscono con l’essere
prevedibili.
The Loft è un film uscito male,
che ha negli ambienti ultramoderni e borghesi il suo unico punto di forza.
Troppo poco per un film che vorrebbe incollarti alla poltrona, ma che invece
annoia per tutta la sua durata.