Dopo una vita passata in una
compagnia di assicurazioni di Omaha, nel Nebraska, Warren Schmidt (Jack
Nicholson) viene mandato in pensione e sostituito da un giovane laureato in
economia. Dopo poco, l’ingombrante e inseparabile moglie muore per un embolo. A
66 anni, infelice e angosciato per il futuro che lo aspetta, Schmidt decide di
raggiungere in camper la figlia che vive a Denver, per cercare di impedire le
sue nozze con Randall, venditore di materassi ad acqua, ritenuto poco più che
un idiota.
In A proposito di Schmidt si
intrecciano due motivi ricorrenti: c’è il tema delle dinamiche relazionali, dei
rapporti famigliari, dei conflitti generazionali che Payne costruisce con una
commedia (amara) sull’odio bonario che Schmidt prova e ha sempre provato per la
moglie, sul difficile legame con la figlia Jeannie, il suo fidanzato e
soprattutto la sua squinternata famiglia.
C’è poi il tema (e qui non si
sorride più) del fallimento: Schmidt è il ritratto di un uomo che a 66 anni si
accorge di essere stato sposato (e infelice) per 42 anni con una donna mal
sopportata; realizza di non avere peso nella vita e nelle decisioni che contano
della figlia; persino in ambito lavorativo si rende conto di non essere
indispensabile, ma sostituibile dal primo giovanotto laureato.
A proposito di Schmidt è così un
viaggio senza riscatto, un cinico e spietato sguardo sulla società di oggi che
non vede più le relazioni interpersonali un bene indispensabile.